UNC, l’unione Nazionale Consumatori, ha raccolto in una classifica i prodotti che stanno subendo un aumento dei prezzi maggiore tra i prodotti alimentari e non
L’aumento dei prezzi è legato chiaramente all’inflazione che da giugno ad ottobre, fa notare Massimiliano Dona presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, è cresciuta passando dal +1,3% al +2,9%, e “la ragione principale dipende dai beni energetici, luce gas e benzina, senza i quali l’inflazione annua di ottobre scenderebbe dal 2,9 all’1,1%, ma anche alcuni beni alimentari stanno subendo preoccupanti rialzi, anche per colpa delle materie prime, come il calo della produzione di frumento duro in Canada e Stati Uniti. In ogni caso urge un intervento del Governo per raffreddare i prezzi, soprattutto dei carburanti che incidono su tutta la merce trasportata su gomma“.
Dona prosegue ricordando che questi sono i dati diffusi per il mese di ottobre e che se il trend dovesse confermarsi per il mese di novembre avremo un’inflazione che arriverebbe al 3,2%.
L’inflazione e il conseguente aumento dei prezzi può portare ad una stagnazione nei consumi in un periodo, quello del Natale ormai prossimo, che invece per moltissime realtà economiche è un momento importante in termini di guadagno.
Vediamo allora la classifica dei prodotti alimentari e non alimentari che sono aumentati maggiormente di prezzo. Questa la classifica per i prodotti alimentari: “In testa alla top ten dei prodotti alimentari, gli oli diversi da quello di oliva, che costano il 17,7% in più rispetto a un anno fa. Al secondo posto i Frutti di mare freschi o refrigerati con +6%. Sul gradino più basso del podio l’olio di oliva, che vola del 4,7%. Al quarto pasto il prodotto simbolo dell’identità culinaria italiana, la pasta, che svetta del 4,6%. Al quinto posto la carne ovina e caprina che segna un incremento del 3,5%, battendo tutte le altre carni (coniglio e carne equina +2%, suina +1,8%, pollame +1,8%, bovina +1,3%). Seguono in sesta posizione, ex aequo, Pesce fresco o refrigerato e Vegetali surgelati diversi da patate, entrambi a +3,1%, in settima l’acqua minerale, +2,8%, poi i succhi di frutta con +2,6%. In nona posizione tre prodotti che salgono del 2,5%: il latte conservato, molto consumato dalle famiglie, la Margarina e la Farina, un rialzo, quest’ultimo, molto preoccupante considerato che è la materia prima per molto altri prodotti e che lievita dell’1,2% in appena un mese. Chiude la classifica il riso, +1,9%“.
Nel mese di ottobre invece, per fortuna, non si è registrato aumento eccessivo per il pane che è cresciuto soltanto del 1,2%. Sono invece diminuiti i prezzi della frutta fresca, del tè, del cioccolato, dei cereali per la colazione, delle uova e degli alimenti per bambini. Si sono registrati aumenti di prezzo ma inferiore al 1% invece per caffè e cacao, il latte fresco parzialmente scremato e alcune salse e condimenti, le verdure, burro e zucchero e poi le marmellate e il miele.
Guardando ora ai prodotti non alimentari, questa è la classifica “In testa alla top ten dei prodotti non alimentari, i voli, con quelli internazionali che vincono con un astronomico +38,8% rispetto a ottobre 2020 (i voli nazionali +19,9%). Al secondo posto il gas, +33,3% su base annua, al terzo il Gpl e il metano per auto, con un balzo del 33%, al quarto il gasolio: +23,5% quello per i mezzi di trasporto e +22,3% quello per il riscaldamento. In quinta posizione la benzina, +22,1%. Seguono telefoni fissi e fax, +21,4%, energia elettrica in settima posizione con +17,7%, macchine per il caffè (+15,5%) e macchine fotografiche e telecamere (+15,3%). Chiudono al decimo posto, con +13,3%, gli Apparecchi per riscaldamento, condizionatori d’aria. Anche se fuori dalla top ten, preoccupa, in previsione del Natale, il rincaro dei giochi (tradizionali ed elettronici), che già a ottobre segnano +5,7% su base annua ma addirittura +2,4% su settembre e che scontano i problemi di approvvigionamento dalla Cina“.
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Non ci sono sorprese in cima alla lista, in quanto già ci aspettavamo di trovare i carburanti, come non stupisce l’aumento dei prezzi per quello che riguarda macchine fotografiche, telecamere, e anche l’aumento dei prezzi per i giocattoli, influenzati molto probabilmente anche dalla crisi dei semiconduttori.
A questo link il comunicato di UNC del 6 novembre 2021