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Pensioni di reversibilità, addio all’assegno in questo caso

La pensione di reversibilità spetta al coniuge o ai coniugi del pensionato defunto per tutta la vita. Ma in alcuni casi si perde

(pixabay)

La pensione di reversibilità è l’assegno mensile che spetta principalmente la coniuge del pensionato defunto. L’importo è elargito a quota piena in presenza di basso reddito famigliare, ed in quota decrescente all’aumentare del reddito della famiglia. Il coniuge superstite, salvo condizioni contrarie che in seguito vedremo, ha diritto alla pensione di reversibilità per tutta la vita.

E se il pensionato defunto ha avuto due o più matrimoni? La legge è chiara in questo, nel caso di più coniugi la pensione di reversibilità viene divisa. L’ex coniuge ha diritto all’assegno mensile solo se:

  • Il coniuge superstite deve essere titolare del cosiddetto assegno  divorzile;
  • Il coniuge superstite non deve aver contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio;
  • Il primo contributo previdenziale del de cuius deve essere antecedente la data della sentenza definitiva di divorzio.

In quale caso si perde la pensione di reversibilità

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Il primo e principale motivo per perdere la pensione di reversibilità è nel caso in cui il superstite contragga nuovo matrimonio. In quel caso si perde totalmente il diritto all’assegno mensile. Ma anche nel caso in cui il defunto abbia contratto più matrimoni, e come detto prima i matrimoni precedenti siano ancora a carico del pensionato deceduto, l’assegno viene spartito in base ad alcune regole.

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La prima è la durata dei matrimoni. Chi ha avuto un matrimonio più lungo con il titolare della pensione ha diritto a un importo maggiore della reversibilità. Anche gli anni di convivenza sono determinanti. Ad esempio, se un matrimonio, tra la celebrazione delle nozze ed il divorzio è durato 7 anni, ma gli anni di convivenza sono stati 3, e gli altri 4 per determinare il divorzio, la convivenza conta più della durata totale effettiva.

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Inoltre molto conta la situazione reddituale dei superstiti. Infatti l’ultimo coniuge deve avere una quota di pensione di reversibilità idonea a non far calare la condizione economica che il superstite avrebbe avuto con il pensionato in vita.

Pubblicato da
Giulia Borraccino