Anche i figli del defunto pensionato hanno diritto ad un assegno mensile, ma a differenza del coniuge solo a determinate condizioni
La pensione di reversibilità è la pensione che spetta ai superstiti di un ex lavoratore deceduto. Il primo beneficiario della pensione di reversibilità è il coniuge, o i coniugi del defunto. Infatti anche l’ex marito o moglie, nel caso in cui sia beneficiario di assegno mensile concertato durante il divorzio, ha diritto ad una percentuale della pensione di reversibilità.
A maggior ragione se con l’ex marito ci sono figli a carico. Infatti, se il coniuge percepisce automaticamente la pensione di reversibilità, dove l’unico vincolo è il reddito, lo stesso discorso non è per i figli.
Ovviamente se si parla di minori a carico, o di bambini molto piccoli da crescere, lo stato elargisce aiuti, anche oltre la pensione di reversibilità. Ma la differenza principale è nel fatto che il coniuge del defunto percepisce la pensione di reversibilità per tutta la vita o fino a nuovo matrimonio, mentre invece i figli la percepiscono fino alla maggiore età o come un sussidio alla possibilità di studiare.
Qual è l’importo della pensione di reversibilità per i figli
La pensione di reversibilità spetta ai figli se:
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- minorenni alla data del decesso del genitore;
- inabili a prescindere dalla loro età, se a carico del genitore al momento del decesso;
- maggiorenni fino a 21 anni di età, alle prese con corsi di studio o corsi di formazione equiparati a quelli di studio, senza lavoro, se a carico del genitore alla data del decesso;
- universitari fino a 26 anni che non lavorano e che erano a carico al momento del decesso del pensionato.
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I figli hanno diritto ad un trattamento pieno, ovvero il 100% della pensione del defunto solo se non superano determinate fasce di reddito. Altrimenti:
- 70% ad un figlio in assenza di coniuge;
- 80% a due figli in assenza di coniuge;
- 100% tre o più figli in assenza di coniuge.