I soldi sul conto corrente anche se cointestato sono sempre della persona che li deposita. Occorre un nuovo contratto
Il conto corrente cointestato è la soluzione spesso utilizzata per permettere a più di una persona di utilizzare il conto e compiere delle operazioni. Si tratta di un conto intestato a più persone con la possibilità per le stesse di compiere operazioni anche separatamente. Spesso, però, si cade nell’errore che la cointestazione dia uguali diritti ai rispettivi intestatari. Le cose, però non stanno proprio così secondo il codice civile che regola il contratto di conto corrente con l’articolo 1854.
In realtà, il contratto di conto corrente non è altro che una cessione del danaro dell’intestatario alla banca. Quest’ultima diventa di conseguenza debitrice delle somme versate verso l’intestatario del conto. Se ci sono soldi in giacenza in presenza di un conto cointestato non sempre c’è l’automatica equa distribuzione della somma tra le parti intestatarie. La Cassazione, infatti, ha specificato con l’ordinanza 21963 del 2019 che solo colui che versa i soldi nel conto corrente è l’unico legittimato a richiederne la restituzione.
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Il conto corrente, infatti, è un contratto di cessione dei soldi versati verso la banca che, a sua volta, diventa debitrice della stessa somma verso l’intestatario del conto. Per questa ragione, affinché il cointestatario possa vantare gli stesi diritti della persona che ha versato il danaro sul conto, deve formalizzare con il cointestatario un ulteriore contratto di cessione del credito.
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Cointestare un conto dà soltanto il diritto di poter svolgere le operazioni sul conto non la comproprietà sulle somme versate. Per condividerne la proprietà, l’intestatario del conto dovrebbe a sua volta stipulare un nuovo contratto di cessione del credito che lui vanta verso la banca.