Amnesty international in un comunicato stampa tira le file della Cop26, con grande delusione nei confronti delle decisioni dei leader del pianeta
Glasgow si è conclusa con grandi strette di mano ed apparente soddisfazione dei potenti della Terra. I media mainstream hanno battezzato la Cop26 come un esempio di realismo, contrapposto all’ideologismo dei movimenti ambientalisti. Rimangono ancora oscure le tappe per raggiungere gli “eccellenti” obiettivi prefissati, ma tra i sorrisi di Bolsonaro, imputato per le catastrofi ambientali in Brasile, ed i gossip su Biden, tutti sono tornati a casa e l’evento è terminato.
Ma Amnesty International non è dello stesso avviso. Lo dichiara senza mezzi termini in un comunicato stampa dell’associazione datato il 14 novembre 2021. La Cop26, per l’associazione, rappresenta l’ennesimo “tradimento catastrofico ai danni dei paesi più poveri”.
La motivazione la spiega Agnès Callamard, segretaria generale dell’associazione: “È amaro constatare come le tante scappatoie contenute nell’accordo finale della Cop26 favoriscano gli interessi delle imprese fossili e non i nostri diritti. Il documento finale non menziona l’uscita dal fossile, dimostrando quella mancanza d’ambizione e di azione così necessaria in questo periodo drammatico”.
E come sempre, sono le popolazioni meno ricche quelle che subiranno più pesantemente le decisioni degli stati più potenti. Il mancato impegno nell’uscita dal fossile provocherà in breve tempo mutamenti climatici, già in corso, che sottrarranno al Sud del mondo la risorsa primaria per la sopravvivenza: l’acqua.
Non si è programmato un intervento di sostegno per i territori maggiormente colpiti dal cambiamento climatico, che hanno subito ingenti perdite in termini economici e di vite umane. A quanto pare la logica del risarcimento, e quindi l’ammissione della colpa, è rimasta fuori dalle stanze di Glasgow.
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Continua Callamard: “Inoltre, l’attenzione destinata alla compensazione per gli stati ricchi che a un certo punto usciranno dal carbone ignora le possibili conseguenze per i popoli nativi e le comunità che rischiano di essere sgomberati per favorire i meccanismi di compensazione. Siamo di fronte a un’inaccettabile ripiego rispetto all’obiettivo di zero emissioni”.
Non si parla più solo di ambiente, non siamo di fronte a ideologie complottiste, ma il tradimento della Cop26 è strettamente legato alla violazione dei diritti umani.
La Callamard conclude il comunicato di Amnesty International lanciando un monito di speranza per il futuro, nell’ottica dell’autorganizzazione: “Le decisioni prese dai nostri leader a Glasgow comportano gravi conseguenze per tutta l’umanità. Ma siccome loro hanno dimenticato le persone che dovrebbero servire, allora le persone devono mettersi insieme per mostrare loro cosa può essere raggiunto”.
“Nei prossimi dodici mesi dobbiamo restare uniti per chiedere ai nostri governi di assumere iniziative ambiziose che abbiano le persone e i diritti umani al loro centro. Se non uniremo cuori e menti per risolvere questa minaccia esistenziale all’umanità, perderemo tutto”.