L’aumento dei prezzi sta facendo lievitare il cost dei generi alimentari. Fare la colazione costa in media il 63% in più
L’inflazione sta salendo a livelli che non si vedevano dalla crisi del 2012. Frutto principalmente della crisi dei consumi causata dalla pandemia ma non solo. Sono tre i motivi principali di un balzo in avanti dei prezzi. Oggi la colazione costa mediamente il 63% in più secondo un’indagine del Financial Times rispetto a marzo 2020. La causa è l’aumento delle materie prime ma queste non sono aumentate soltanto per la crisi legata alla pandemia.
Il primo problema è il cambiamento climatico che ha costretto il Canada a ridurre il raccolto di avena del 44%. Per lo steso motivo anche Argentina e Brasile hanno dovuto ridurre rispettivamente il raccolto di grano argentino e di caffè. La conseguenza è stata quella di un aumento dei prezzi della merce raccolta. Il caffè è aumentato del 100% mentre il grano del 50% alla fonte.
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Altra causa è l’aumento del gas naturale dovuto ad una produzione che non soddisfa la domanda sul mercato. Il gas è una delle principali fonti di produzione di fertilizzanti. Terzo motivo sono le spedizioni di merce. Il carburante è in aumento per lo stesso motivo legato al gas naturale. Inoltre, per le navi si sta verificando anche un fenomeno di ingorghi a causa di un’impennata dei consumi e di spostamenti di merce. Ciò provoco un vero e proprio traffico navale in alcuni punti nodali di scambio con rallentamenti nelle consegne.
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Una situazione alla quale gli Stati non sembrano riuscire a provvedere. Sui carburanti gli Stati Uniti hanno deciso di attingere alle loro ingenti riserve di petrolio e questo provocherà una minore richiesta ai paesi arabi e medio orientali e, di conseguenza, minor prezzo di vendita di barili.