I prodotti monouso confezionati con polvere di bambù sono dannosi per la salute e non completamente sostenibili ambientalmente
“La polvere di bambù e sostanze simili, compreso il mais, non sono autorizzate dal regolamento europeo n. 10/2011 per l’uso come additivi nella produzione di Moca in plastica, in quanto non è stata effettuata alcuna valutazione del rischio da parte dell’Efsa, e sono considerati non idonei al contatto con gli alimenti”. Questo è un estratto della circolare del Ministero della Salute italiano che di recente ha bandito la polvere di bambù e di mais nei prodotti monouso.
Il bambù ed il mais sono due elementi utilizzati nella composizione di piatti, bicchieri e posate monouso “sostenibili”. Ovviamente l’imputazione non è alle strategie ambientaliste che tentano di portare sul mercato dei surrogati più green alla plastica, ma alle multinazionali, che per entrare a tutti i costi nel mercato green, sempre più in ascesa, introducono, fino a limitazioni legali, delle sostanze che a posteriori si rivelano dannose per la salute.
In realtà, il caso dei prodotti monouso con annessa polvere di bambù, oltre a creare conseguenze negative sull’organismo, è anche una pratica commerciale scorretta, perché non elimina la plastica dal prodotto. La polvere viene utilizzata per rendere più rigida e confortevole la plastica, ma non elimina il problema del riciclo.
Il bambù o altre polveri o fibre vegetali vengono miscelate ad una resina, generalmente costituita da melammina e formaldeide, utilizzata per tenere insieme gli ingredienti conferendo al materiale compattezza e durezza. Pertanto la polvere di bambù o altre farina o fibre vegetali fungono semplicemente da riempitivo per dare volume al Moca, il materiale plasticoso da sempre utilizzato per i prodotti moniuso.
Appprendiamo questa notizia da “Il Salvagente”, in un articolo del 2 dicembre 2021. Ma non si devono confondere questi prodotti con quelli realizzati interamente con il bambù, che sono sostenibili ambientalmente e innocui per la salute.
Leggi anche: Coldiretti e Legambiente, “abbiamo bisogno della legge sul biologico adesso”
Leggi anche: Indagine della Commissione Europea, metà dell’origano in commercio non è autentico
Il problema della merce “mista” con plastica, resina e polveri da fibre vegetali, è che rilasciano le particelle di cui sono composte negli alimenti, con il rischio di danni all’organismo. Il rischio di migrazione di questi elementi dal prodotto al corpo umano è alta, per cui già da tempo Francia e Svizzera li avevano banditi dal mercato, ed ora la notifica arriva anche in Italia.
Riteniamo questa politica aziendale di produzione scorretta sotto molti punti di vista. In ordine di gravità perché mette a repentaglio la salute dei consumatori, cercando a tutti i costi di accaparrarsi una fetta di mercato in cui non potrebbe stare.
In seconda battuta perché pubblicizzare come sostenibile un prodotto che in realtà non lo è non rappresenta solo un illecito normativo, ma anche una “truffa” ai danni del consumatore sensibile, ed uno svilimento degli sforzi in direzione green, che sono necessari ad un consumo più consapevole.