L’Imu è esente per la prima casa, ma come si calcola per i genitori separati che vivono in due appartamenti diversi?
La separazione di una coppia, specialmente con figli, è sempre una questione dolorosa da un punto di vista affettivo. Ma purtroppo ci sono anche tutta una serie di questioni annesse alla gestione del patrimonio comune, tra cui l’Imu, la tassa sugli immobili.
Una coppia di genitori separati è probabile che anche prima del divorzio inizi a vivere in due appartamenti distinti, e se se lo può permettere, entrambi di proprietà. Per ottenere l’esenzione dall’Imu basta dimostrare che la casa in cui si vive è il primo alloggio.
Ma l’Imu, una delle imposte più odiate e salate, deve essere corrisposta per tutte le case di proprietà eccetto la prima. Molti italiani tentano degli escamotage per non pagare l’Imu, ed il fisco si prepara a smascherarle.
In quale caso i genitori separati possono essere esenti dall’Imu?
Attenzione, il trucchetto di intestare ad esempio due case ad ognuno dei componenti di una coppia non funziona più. Infatti, ai fini del pagamento dell’Imu, o della sua esenzione, è valida la proprietà del nucleo familiare, non solo del singolo individuo.
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Quindi, anche se in buona fede, una coppia di genitori separati non può esimersi dal pagamento dell’Imu sulla seconda casa a meno che non si sciolga il nucleo familiare, e questo avviene solo in caso di divorzio effettivo o di separazione ufficializzata in attesa del divorzio.
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In caso contrario, anche se una coppia con figli non vive più insieme e uno dei due sposta la residenza sul secondo appartamento di proprietà, dovrà ugualmente pagare l’Imu. Questo è valido anche per case ubicate in comuni differenti. Per le famiglie in difficoltà economica è prevista l’esenzione dal pagamento previa richiesta con documentazione annessa.