50 piazze italiane, in contemporanea, manifesteranno per liberare Patrick Zaki, ormai arrivato a quasi 700 giorni di detenzione per diffusione di notizie false
La maggior parte di noi conosce la storia di Patrick Zaki, che, anche se non ha avuto un esito drammatico come il caso Regeni, viaggia sulla stessa linea l’onda di soprusi. Stesso Stato: l’Egitto, e simili relazioni con il nostro Paese, che poco sta facendo per liberare Patrick dalla sua prigionia.
Lo studente bolognese si origini egiziane è stato accusato di diffusione di notizie false e di tendenziosità sovversiva. La sua colpa è stato l’esercizio autonomo della libertà di espressione. Dalla parte della società civile, l’unico modo per aiutare Patrick è non lasciarlo solo nella sua cella, ma ricordare ciclicamente alle istituzioni che devono fare qualcosa. Sulla carta, Patrick si trova in detenzione preventiva in attesa del processo vero e proprio, ma oltre due anni sono un termine eccessivo per la detenzione preventiva, anche in Egitto.
Amnesty International, attraverso le parole del suo presidente, Riccardo Noury, considera “quella del 7 dicembre un’udienza che potrebbe essere decisiva per Patrick, giacché altri processi come il suo sono arrivati o stanno volgendo alla fine”.
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Mentre Patrick attende di conoscere cosa gli riserverà il futuro, 50 piazze di diverse città italiane si mobiliteranno per supportare l’attivista egiziano. “La speranza è che un giudice riconosca, dopo quasi due anni, l’infondatezza dell’accusa di diffusione di notizie false. Il timore è che la magistratura egiziana non rinneghi sé stessa ed emetta una condanna: se ciò accadesse, sarebbe uno sviluppo terribile, anche perché nei confronti delle sentenze dei tribunali d’emergenza non è previsto appello” ha proseguito Noury.
La speranza è che la vicenda abbia un lieto fine in tempi brevi. Sono state scandalose le continue procrastinazioni degli appuntamenti giudiziari, mentre Patrick attendeva fiducioso e colmo di speranza, come ha scritto mesi fa a Liliana Segre, ringraziandola del suo sostegno in Senato.