Tempi duri per gli italiani che potranno vedere i loro risparmi sul conto corrente bruciarsi senza accorgersene
Il 2022 ormai alle porte sembra non iniziare con il piede giusto per gli italiani che si troveranno a dover fare i conti con l’inflazione ormai galoppante.
Proprio come sta accadendo negli Stati Uniti, anche in Italia l’inflazione sta raggiungendo il trend del 2008. Secondo l’Istat ad ottobre i prezzi al consumo hanno avuto un altro aumento mentre a novembre hanno raggiunto il massimo da 13 anni a questa parte. L’aumento è dello 0,7% su base mensile e del 3% su base annua.
I danni dell’inflazione non si vedono soltanto in un aumento dei prezzi ma anche sul nostro conto corrente, o meglio il denaro il giacenza sul nostro conto bancario. Per quanto riguarda i prezzi, ad aumentare sono non solo le bollette ma anche gli alimenti. Per fare qualche esempio il costo del caffè è salito dell’87%, il succo d’arancia del 24% e il latte del 4,5%.
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A fare i conti dell’inflazione, come detto, anche i soldi che lasciamo inattivi sul nostro conto corrente bancario. Se lasciamo i risparmi inattivi godiamo di un rendimento medio intorno allo 0,02%, molto basso, al quale si devono poi aggiungere i canoni mensili e l’imposta di bollo se il deposito è superiore a 5mila euro.
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Proprio per questo motivo il consiglio sarebbe quello di investire questo denaro in giacenza, anche per brevi periodi di tempo e almeno per chi può permetterselo senza lasciare solo i soldi in banca. Facciamo un semplice esempio per capire meglio la situazione.
Se lasciassimo per un anno 6 mila euro fermi sul nostro conto corrente e se per quell’anno l’inflazione fosse al 5%, il denaro arriverebbe a “svalutarsi” fino a 5.700 euro. Certo, leggeremmo sempre la cifra di 6mila euro, ma la perdita di 300 euro è quella derivante dalla perdita di valore del denaro dovuta all’inflazione.