Eurispes insieme all’Istituto per gli Studi Europei dell’Accademia Cinese degli Studi Sociali ha elaborato un Rapporto in cui sono racchiuse le iniziative nel settore dell’aviazione civile per avere voli sempre più “green” , ovvero per una riduzione delle emissioni di carbonio in atmosfera derivanti proprio dall’aviazione civile
La collaborazione tra il nostro Paese e la Cina per la lotta ai cambiamenti climatici, si sta consolidando a partire dal colloquio telefonico che Mario Draghi ha avuto lo scorso 7 settembre con il presidente cinese XI Jinping. Ma perché si parla di aviazione civile?
Secondo i dati raccolti nel 2019 il 10% delle emissioni complessive di tutta l’industria dei trasporti internazionali viene proprio dai voli civili, con una tendenza in aumento che secondo le previsioni dell’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale nel 2050 toccherà il 25%.
In buona sostanza nel 2050 un quarto delle emissioni di carbonio globali verrà dagli spostamenti fatti in aereo dai civili. Per questo motivo diventa fondamentale iniziare a pensare a una riscrittura dei modelli.
Nel Rapporto presentato viene elogiato quanto fatto dall’Italia finora: “L’Italia, in quanto paese occidentale sviluppato e terza maggiore economia dell’Ue, ha ottenuto ottimi risultati nel processo di transizione verso un’economia verde. Se si prende in considerazione la trasformazione del settore energetico, per esempio, nel 2014 la quota nazionale di energia da fonti rinnovabili era pari al 17,1%, ben sei anni in anticipo rispetto all’obiettivo del 17% fissato dall’Ue per il 2020“.
E sono proprio queste performance molto positive che fanno dire agli esperti cinesi che l’Italia potrebbe “illuminare il settore dell’aviazione civile cinese“, aiutando così la Cina nel trovare il percorso migliore per ottenere i risultati fissati per il 2030 il 2060.
Tra l’altro, il trasporto aereo è tra i punti chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come sottolineato anche dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile che all’inizio di quest’anno ribadiva quanto sia necessario riuscire a creare “una rete di trasporti coerente armonizzata, in grado di contribuire alla riduzione degli impatti ambientali anche delle relative infrastrutture”.
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Per poter avere una flotta meno inquinante è chiaro che occorre rivedere i mezzi che ora sorvolano il nostro territorio. Rientrano tra i progetti che stanno tentando di trovare alternative sostenibili ai carburanti nell’aviazione.
Ad esempio il progetto Eni biojet di ENI e il progetto pilota, che è inaugurato lo scorso 15 ottobre. Quando i primi 10 voli della giornata sono partiti sotto bandiera Italia Trasporto Aereo, sono stati riforniti con un combustibile miscelato con SAF, una nuova miscela che riesce a ridurre l’impatto ambientale degli aerei senza costringere ad una ricostruzione o riconversione dei motori e che viene prodotta a partire dai rifiuti, dagli scarti del legno, dall’olio da cucina, dalla biomassa.