Come convincere i consumatori ad abbandonare la plastica monouso? Lo spiega uno studio dell’Università dell’Ohio

La beneficienza può essere un incentivo migliore del risparmio per orientare in senso green le scelte dei consumatori

plastica monouso
Karina Tess (unsplash)

La plastica monouso è responsabile di un inquinamento ambientale molto aggressivo. In parte perché i “pezzi piccoli”, come cannucce, bicchierini, buste di plastica etc, sono più difficili da riassemblare, in parte perché ne esiste una grande quantità ed un utilizzo smodato quotidiano. A questo proposito è la scelta del consumatore a fare la grande differenza. Anche se esistono sul mercato, i prodotti in plastica monouso possono essere abbandonati in favore di prodotti riciclati o riciclabili.

Diversi Paesi hanno introdotto delle misure di disincentivo o divieto all’acquisto di plastica monouso; le più gettonate sono le tassazioni. La ferma convinzione della politica liberista è che per modificare i comportamenti si deve andare ad intaccare il portafogli, come se fosse l’unico valore a cui i cittadini diano credito.

Uno studio dell’Università dell’Ohio, riportato in un articolo de “Il Fatto Alimentare”, ha smentito questa credenza. Ha dimostrato che anche la beneficienza può orientare le scelte del consumatore in versione green. Il concetto all’origine dell’esperimento è ben noto nelle discipline economiche ed è chiamato nudging, cioè dare un incentivo, e si basa sulla stimolazione aggiuntiva di lieve entità verso un certo comportamento, capace però di fare la differenza.

Sono stati reclutati dottorandi e ricercatori e mandati a rilevare le scelte dei consumatori in due negozi. In questi due esercizi commerciali, chi rinunciava alla busta di plastica aveva diritto ad un “premio” di 5 centesimi di dollaro, sotto forma di sconto, da utilizzare per acquistare altra merce o, in alternativa, da devolvere in beneficienza.

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Dopo 12 settimane di esperimento, i dati hanno rilevato che l’incentivo della beneficienza ha permesso di ridurre del 30% l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso. L’unico limite dell’esperimento è che si deve perdere tempo alla cassa per spiegare l’iniziativa, cosa che a fini commerciali non è molto fruttuosa, e che rende difficile esportare questo modello al di fuori della sperimentazione scientifica.

Ma il merito della ricerca è soprattutto, a parere di chi scrive, di aver dimostrato, pur se in un campione limitato, che la filantropia e la solidarietà possono funzionare. In sostanza, i comportamenti virtuosi non devono necessariamente essere imposti dall’alto con azioni punitive, come ad esempio l’aumento dei prezzi, può bastare anche instillare nel consumatore la sensazione di poter fare qualcosa per migliorare lo status quo. E questo a scapito di chi sostiene che non esiste più un senso di collettività.

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