La fila di richieste per la patente ha fatto sì che si creassero grossi intoppi, per cui si è deciso di snellire il tutto, ecco come
Il Covid, anzi, la situazione economica e sociale derivante dalle restrizioni da pandemia, ha accelerato i tempi di semplificazione burocratica per molti servizi e rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione. Tra questi c’è l’ottenimento della patente di guida. Durante i vari lockdown, le norme antiassembramento rendevano impossibili lo svolgersi degli esami in presenza, ed hanno accresciuto le liste d’attesa.
Solo per fare gli esami a Parma l’attesa arriva anche fino a 130 giorni per il test scritto, a Piacenza 120 mentre Firenze e Milano si “fermano” a 100 giorni di attesa. Dopodiché, però, superata la prova scritta c’è quella pratica, la guida, l’ultimo ostacolo per la patente.
Come riporta Repubblica, l’attesa arriva a 180 giorni (sei mesi) a Bergamo e Mantova, 160 a Parma, 150 a Brescia, Como, Firenze, Piacenza e Treviso, 140 a Torino, 130 a Milano e fino a 100 giorni a Bologna. Insomma, un’eternità. Differente e clamoroso quanto accaduto a Roma: soltanto un terzo di 20mila candidati è stato ammesso alle prove, gli altri 14mila faranno gli esami non si sa quando.
Patente di guida, come si semplificano gli esami
Per eliminare il più rapidamente possibile la coda di persone che ada oltre un anno attendono di fare l’esame, i test saranno semplificati rispetto al passato. Per ottenere la patente di categoria A1, A2, B, B1 e BE, si passa da 40 domande in 30 minuti (e 4 errori al massimo) a 30 domande in 20 minuti e non più di tre errori. E questo per il test scritto.
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Altra novità è l’assenza degli ispettori. Già da queste due modifiche si capisce che la tendenza sarà a promuovere quanto prima per accorciare la lista dei pretendenti alla patente di guida. Per una volta la pandemia ha comportato delle facilitazioni anziché ostacoli.