Il ministro della Transizione Ecologica torna a chiedere maggior “sobrietà digitale” ai giovani

Il ministro Roberto Cingolani, che ha l’incarico per la Transizione Ecologica, in un incontro con gli studenti è tornato a parlare della cosiddetta “sobrietà digitale”. Un concetto che potrebbe essere positivo se non fosse che le sue parole danno l’impressione di essere un sotterraneo viatico al ritorno del nucleare nel nostro Paese

foto Mikotoraw Pexels

Parlando con gli studenti delle scuole superiori in un incontro che si è tenuto via web (quale ironia), il ministro Cingolani è voluto tornare a parlare proprio di quella che lui ha definito molto spesso “sobrietà digitale”, che tradotto in termini comuni significa limitare l’utilizzo dei social e dei sistemi digitali per ridurre il proprio impatto ambientale.

Ci siamo già occupati in un’altra occasione del fatto che effettivamente le attività che svolgiamo quotidianamente con i dispositivi elettronici generano anch’esse CO2 e inquinamento a causa dell’energia che consumano i dispositivi che utilizziamo, i server che gestiscono i dati e così via. E abbiamo già parlato del fatto che occorre rivedere le nostre abitudini.

In particolare il ministro si è concentrato sull’uso dei social, qualcosa di molto caro proprio ai ragazzi. Infatti ha dichiarato: “Il digitale produce il 4% della CO2 planetaria, il traffico aereo, per fare un confronto, ne produce il 2%. E metà delle emissioni inquinanti del digitale viene dall’uso smodato dei social”.

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Per quanto queste dichiarazioni possano essere positive e scientificamente provate e probabili, ci viene un dubbio. Abbiamo ancora negli occhi le proteste di quegli stessi giovani, che adesso sotto sotto il ministro accusa di inquinare, che sfilano cercando di farsi ascoltare dai grandi (sordi) della Terra durante l’ultima farsa COP26. Quegli stessi ragazzi che in futuro erediteranno quello che rimane del nostro pianeta e che dovranno quindi decidere come gestire anche le fonti energetiche.

E a questi ragazzi il ministro dice che ciò che fanno tutti i giorni produce tanto inquinamento perché consuma risorse, risorse che sono in buona parte derivate ancora da combustibili fossili che generano quindi una quantità atroce di CO2. La conseguenza logica che se ne potrebbe trarre è che se i social inquinano, o li si usa meno o si deve trovare un modo meno inquinante per produrre l’energia che serve.

Così, senza che però nessuno glielo chiedesse, Cingolani è tornato a parlare di nucleare e della possibilità che in futuro l’Europa e l’Italia, quindi, possano tornare a pensare ad utilizzare le centrali nucleari, che non producono CO2. E lo ha detto, e lo ribadiamo, a quegli stessi ragazzi che hanno espresso più volte e con veemeneza che il pianeta conta. Quei ragazzi che, magari, un domani andranno a votare se ci verrà chiesto di nuovo se il nostro Paese vuole il nucleare dipinto di verde. Vogliamo davvero puntare sul nucleare facendo leva sul senso di colpa dei giovani?

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