Il nuovo report redatto dall’Istituto per la Politica Agricola, IATP, parla chiaro e mette sotto accusa esplicita le 20 maggiori aziende produttrici di carne e prodotti caseari
Tutte insieme, queste aziende inquinano tanto quanto Danimarca e Olanda e non sembrano avere nessuna intenzione di modificare i propri sistemi produttivi o di approvvigionamento dei mangimi. E nonostante ciò, come dichiara anche Shefali Sharma, direttrice dello IATP, la Commissione Europea è pronta a fare a questi grandi inquinatori un regalo in termini di finanziamento per “dubbie compensazioni per il carbonio nel suolo“.
Quello di cui parla Sharma è il cosiddetto sistema di stoccaggio della CO2: l’anidride carbonica verrebbe iniettata nel terreno e lì immagazzinata, tolta quindi dall’atmosfera ma con il rischio di un rilascio repentino in caso di smottamenti o inondazioni. Un problema, visti i cambiamenti climatici che questa tecnologia dovrebbe alleviare.
E veniamo ai dati raccolti da IATP, che ci danno un’immagine precisa di quanto poco i grandi gruppi industriali che si occupano di carne e prodotti caseari abbiano intenzione di fare, e anzi “stanno impiegando racconti e strategie che producono una cortina di fumo verde per coprire il contributo dell’Industria a cambiamento climatico”.
Il primo dato è come le emissioni globali delle compagnie responsabili della produzione di prodotti lattiero-caseari stiano aumentando, e come solo 10 dei 20 gruppi industriali più grandi abbiano annunciato dei target a livello climatico con piani volontari, che però sembrano semplicemente una serie di strategie per continuare a fare quello che stanno facendo adesso.
Volendo fare un confronto con la vita reale, dal report viene fuori che le emissioni totali delle 20 società europee produttrici di carne e derivati sono equivalenti a più di 53 milioni di auto guidate per un anno intero. E per quello che riguarda i dati sulle emissioni, soltanto quattro compagnie su venti producono report in questo senso con soltanto due, Nestlè e Danone, che producono questo genere di report con dettagli relativi alle emissioni della catena di approvvigionamento del bestiame.
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Come sottolinea anche il report dello IATP, tra l’altro non ci sono Governi a livello europeo che ritengano responsabili queste compagnie per le emissioni relative alla loro catena di approvvigionamento. Quello che sembra più assurdo è che mentre le aziende che producono carne, uova e latticini continuano ad inquinare e ad espandersi, i cittadini europei hanno più volte dichiarato, e stanno dimostrando, di voler ridurre il proprio consumo di questi prodotti anche e soprattutto proprio a causa dell’impatto che hanno sull’ambiente.
Quello che suggerisce il report è che ci sia un cambiamento in particolare nei Paesi da cui proviene l’86% di tutta la carne e i prodotti lattiero-caseari che arrivano in Europa, compreso il Regno Unito. E tra questi paesi c’è anche l’Italia, “all’industria non deve essere permesso di trarre profitto mentre far ricadere i costi del sistema estrattivo della produzione di massa di cibo animale sul pubblico“.
Il report del ATP è sicuramente una lettura interessante soprattutto perché ci permette di trovare nella vita di tutti i giorni fonti di inquinamento su cui possiamo agire.