Sono 24, come riporta FederBio in un comunicato stampa, le associazioni di agricoltura biologica, contadine, ambientaliste della società civile che chiedono a gran voce che la proposta di legge ora alla Camera a firma Movimento 5 Stelle sulla sperimentazione in campo dei cosiddetti nuovi OGM venga ritirata
L’Italia, come ricordato anche nel comunicato stampa di FederBio, è da sempre un Paese non-OGM, e se questa proposta di legge dovesse passare c’è il rischio “di compromettere per sempre la natura stessa di Paese “non-OGM”, la transizione ecologica dell’agricoltura italiana, la difesa dei diritti degli agricoltori e la libera scelta dei consumatori“.
Il primo tentativo di inserire i nuovi OGM nella filiera produttiva italiana è stato fatto l’anno scorso dall’allora Ministra Bellanova: quelli che noi chiamiamo nuovi OGM sono prodotti che vengono realizzate attraverso quelle che in Europa si chiamano “New Breeding Techinques (NBTs)” e che una stessa sentenza della Corte di Giustizia Europea ha paragonato agli OGM tradizionali.
Con la proposta di legge del Movimento 5 Stelle si cerca quindi di far rientrare dalla finestra quello che tentiamo di tenere fuori dalla porta da sempre. In particolare la proposta, che porta la firma anche del Presidente della Commissione Agricoltura Filippo Gallinella, chiede la modifica del decreto legislativo 8 luglio 2003 numero 224 per accelerare “le procedure per l’emissione in pieno campo di varietà vegetali ottenuti in laboratorio con tecniche di modificazione del genoma (genoma editing)“.
Per genoma editing si intende un tipo di manipolazione del DNA massiccio che non ha nulla a che vedere con i cambiamenti che naturalmente avvengono nel DNA di piante e animali, uomo compreso, con il passare delle generazioni.
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Nonostante durante la conferenza stampa i promotori della modifica al decreto legislativo numero 224 abbiano cercato in tutti i modi di sottolineare come il genoma editing non sia altro che una versione in laboratorio di ciò che succede in natura, “la realtà però dimostra che l’editing del genoma – in modo diverso rispetto alle mutazioni che avvengono in natura – può generare molteplici cambiamenti del DNA con un unico intervento. Di qui i preoccupanti effetti collaterali di queste biotecnologie. Il problema, denunciato da più parti, è che gli effetti fuori bersaglio non vengono studiati né cercati con rigore scientifico per la fretta di brevettare i prodotti o i processi di creazione di questi nuovi OGM“.
Si tratta quindi di nuovo di un tentativo di aumentare semplicemente il profitto di alcune aziende ed industrie, a scapito di una ricerca seria che possa realmente individuare per tempo eventuali problemi generati proprio dal fatto che si va ad intervenire in maniera massiva sul DNA.
In più “questa iniziativa legislativa arriva nella totale assenza di un confronto pubblico sul tema dei nuovi OGM con le organizzazioni contadine, le Associazioni dell’agricoltura biologica e ambientaliste, mentre ampio spazio viene concesso alle organizzazioni professionali agricole e alle associazioni sementiere, che chiedono di poter coltivare in campo gli OGM, ignorando totalmente il principio di precauzione, le norme europee in vigore e il volere dei cittadini italiani, in grande maggioranza contrari alla produzione e al consumo di prodotti OGM“.
Non abbiamo mai voluto gli OGM e non vogliamo questi nuovi OGM. Il Parlamento non può ignorare la volontà dei cittadini per ingrassare i conti in banca già pingui di pochi industriali.