Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Amazon si è resa colpevole di abuso di posizione dominante, costringendo venditori terzi a sottostare alle sue regole e di fatto danneggiando la concorrenza
Come riportato sul sito ufficiale di AGCOM, con il sistema messo su dal gigante dell’e-commerce, che premia chi si affida alla logistica di Amazon, sono stati danneggiati “gli operatori concorrenti di logistica per ecommerce, impedendo loro di proporsi ai venditori online come fornitore di servizi di qualità paragonabile a quella della logistica di Amazon“.
Ma come funziona il servizio di Amazon dal punto di vista di un venditore? Sulla carta Amazon non costringe nessun venditore ad affidarsi al cosiddetto FBA: Fulfilment By Amazon che ha preso il nome di “Logistica di Amazon”. Ma nella pratica la società fondata da Jeff Bezos regala a chi decide di affidare alle consegne gestite dalla piattaforma i propri prodotti e tutta la logistica la possibilità di partecipare, per esempio, al programma Prime che, per i venditori, significa finire più spesso ai primi posti nelle ricerche degli utenti che sono iscritti al servizio.
Inoltre, come si legge sempre sul sito di AGCOM, “l’etichetta Prime consente, inoltre, di partecipare ai famosi eventi speciali gestiti da Amazon, come Black Friday, Cyber Monday, Prime Day e aumenta la probabilità che l’offerta del venditore sia selezionata come Offerta in Vetrina e visualizzata nella cosiddetta Buy Box“. Questo modo di aumentare visibilmente i benefici per i venditori, che AGCOM definisce “cruciali per il successo dei venditori e per l’aumento delle loro vendite“, ha avuto la conseguenza di rendere meno appetibili per gli stessi venditori i servizi di altri operatori di logistica.
Questa situazione ha avuto la conseguenza di accrescere “il divario tra il potere di Amazon e quello della concorrenza anche nell’attività di consegna degli ordini e-commerce“. Come utenti finali ci rivolgiamo molto spesso ad Amazon perché riesce a risolvere rapidamente qualunque questione di acquisto ma, essendo noi compratori e non venditori, le dinamiche per cui un prodotto ci viene proposto come sponsorizzato al posto di un altro ci restano per lo più ignote.
Il pregio di questa sentenza, che potrebbe comunque essere ribaltata dal TAR del Lazio, è aver esposto al grande pubblico il modo in cui Amazon continua a cercare di imporsi in modi illeciti, rendendo poco vantaggioso acquistare altrove sia anche rendendo poco vantaggioso vendere altrove.
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Nel comunicato stampa di AGCOM si legge infatti ancora “Per effetto dell’abuso, inoltre, sono stati danneggiati anche i marketplace concorrenti: a causa del costo di duplicazione dei magazzini, i venditori che adottano la logistica di Amazon sono scoraggiati dall’offrire i propri prodotti su altre piattaforme online, perlomeno con la stessa ampiezza di gamma“.
Oltre alla multa l’autorità anche imposto ad Amazon di cambiare alcune delle regole con cui gestisce il rapporto con la logistica e i venditori. Non è la prima sanzione che AGCOM eroga contro Amazon. Occorrerà adesso vedere se in qualche modo la situazione si modificherà, almeno nel nostro Paese.