Acqua torbida e non potabile nel Lazio meridionale, Confconsumatori sollecita risarcimenti per gli utenti

La media è di 75 giorni, in cui gli abitanti del sud pontino, nel Lazio, hanno ricevuto acqua corrente torbida e non potabile

Foto Shridhar Vashistha Unsplash

Le cause non sono chiare nel comunicato stampa di Confconsumatori, e forse anche i comuni non le conoscono bene. Di certo le forti piogge del mese di novembre possono aver contribuito ad accumulare detriti fangosi negli acquedotti, che con tutta probabilità non sono esattamente integri. Fatto sta che il comune di Formia ha avuto 89 giorni di acqua non potabile, quello di Minturno 61, Gaeta 70 giorni e 76 giorni per Spigno Saturnia. Una media di 75 giorni senza acqua potabile negli ultimi 2 anni per tutta l’area del sud-pontino.

E la situazione sembra non accenni a migliorare. Cosa sta facendo la società che si occupa di erogare l’acqua potabile? Poco o niente, dato che ormai è parecchio tempo che uno dei bei primari, l’acqua potabile, viene negato ai cittadini.

Commenta Confconsumatori: “Ricordiamo che Acqualatina è obbligata a fornire acqua potabile e a fatturare il relativo costo, ma è un dato certo che il servizio fornito, almeno per i giorni coperti dalle ordinanze di non potabilità dei sindaci, non è conforme al contratto regolato dalle condizioni di fornitura e pertanto sarebbe necessario che il Gestore, sollecitato dai sindaci interessati, storni proporzionalmente ai giorni di non potabilità i costi applicati per la fornitura di un servizio inadeguato.

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Un diritto che sembra superfluo, quello di non pagare per un servizio che non si è ricevuto, ma sembra che non sia così scontato. Oltretutto la società, per obblighi contrattuali, dovrebbe indennizzare i cittadini per il disservizio ed i disagi arrecati. Ma sembra che i risarcimenti non siano esattamente prossimi.

Conclude Confconsumatori: “Alcuni sindaci del sud pontino si erano fatti carico di istanze volte proprio a trovare una soluzione al problema della torbidità e agli indennizzi che sarebbe opportuno riconoscere alla utenza ma ad oggi dobbiamo prendere atto che si è trattato solo buone intenzioni alle quali non sono seguiti fatti concreti“.

“Chiediamo quindi alla parte pubblica di sollecitare realmente in sede di conferenza dei sindaci l’adozione di atti specifici volti a deliberare la corresponsione di un equo indennizzo a carico di Acqualatina ed in favore delle utenze oggetto del disservizio”.

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