Lo Stato italiano incriminato per “inazione climatica”, oltre 120 associazioni sostengono la causa

Le richieste sono di imporre allo Stato azioni in favore della sostenibilità ambientale volte a garantire la stabilità climatica

inquinamento
(unsplash)

Sì, anche le nazioni possono essere messe sotto processo. Non è la prima volta nella storia, e di certo non sarà l’ultima. Ed in questo caso è l’Italia lo Stato contro cui 120 associazioni puntano l’indice. L’accusa? “Inazione climatica”. Cosa significa?

È semplice. Nel momento in cui l‘emergenza climatica è divenuta un’urgenza da mettere in cima alle priorità pubblica, pena la salute collettiva, anche solo il non contrastare il fenomeno contribuisce a peggiorare la situazione. In più, evitando di sanzionare o proibire un’economia prevalentemente basata sul fossile, si continua a far crecere i livelli di CO2 nell’aria, che invece da accordi internazionali, almeno sulla carta, si dovrebbero ridurre.

Da una notizia Ansa si apprende che la causa è stata avviata da 203 ricorrenti, tra privati ed onlus, ma sono oltre 120 le associazioni che sostengono l’accusa e che si costituiranno parte civile nel processo. Lo scorso 14 dicembre si è tenuta la prima udienza, in modalità telematica.

La ong “A Sud”, primo firmatario dell’azione legale, battezzata “Giudizio universale”, Associazione Terra!, Coordinamento nazionale No Triv, Centro Documentazione Conflitti Ambientali e le società scientifiche Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia e Società Meteorologica Italiana, sono solo alcune delle associazioni che hanno fatto ricorso contro lo Stato italiano.

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Le richieste al giudice sono: dichiarare che lo Stato italiano è responsabile di inadempienza nel contrasto all’emergenza climatica; imporre allo Stato di mettere in atto tutte le misure necessarie a garantire la stabilità climatica, innalzando in maniera adeguata i target di riduzione delle emissioni.

Quindi, di fronte all’inazione non si può rimanere fermi e non agire a propria volta. Se l’unico modo per far recepire al Governo di un Paese cosa sia prioritario è metterlo sotto processo, allora ben venga.

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