Si chiama Fso Sloug. Ma non è una creatura leggendaria bensì una nave cisterna alla deriva del Golfo di Sirte e che rischia di provocare danni ingenti in tutto il Mediterraneo
La notizia la riporta Altreconomia ma si tratta in realtà di una denuncia che da settimane porta avanti il giornalista e corrispondente di Radio Radicale Sergio Scandura. La Fso Sloug è lunga 348 m e, dopo diversi tentativi di rimorchio, si trova ora in balìa delle correnti al largo di Sirte, Libia orientale. Il rischio molto concreto è che la nave cisterna affondi con tutte le conseguenze ambientali che possiamo immaginare.
La storia di questa nave cisterna comincia nel lontano 1973 quando si chiamava Agip Sardegna. In qualità di Agip Sardegna, è stata utilizzata fino al 1988 come petroliera, per poi passare a una joint venture in cui risulta Eni e una società libica. Acquistata da questa joint venture, si è trasformata in magazzino galleggiante, ed è poi stata attaccata alla piattaforma offshore Bouri che si trova proprio al largo della Libia.
Nel 2017, in teoria il suo lavoro era finito, e infatti il suo destino sarebbe stato quello di essere smantellata. Ma lo scorso 5 novembre dall’Ambasciata di Tunisia arriva la notizia che a causa di quattro operai morti e di un quinto operaio rimasto ferito per un cedimento strutturale della piattaforma, proprio mentre si stava lavorando allo smantellamento della Fso Sloug, la nave era stata venduta così com’era e dove si trovava a un anonimo compratore libico che l’avrebbe voluta portare in un cantiere turco. Nel viaggio verso questo cantiere, a causa dei forti venti e delle correnti, la Fso Sloug ha rotto gli ormeggi e si trova adesso al largo di Sirte.
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Si potrebbe pensare che non essendo più utilizzata da anni per il trasporto del petrolio e dei suoi derivati, il pericolo derivante da un eventuale affondamento della Fso Sloug sarebbe limitato. Ma in realtà, oltre a trattarsi di un natante di dimensioni ragguardevoli costruito diversi decenni fa e quindi con tecnologie e materiali non all’avanguardia, al suo interno si trovano comunque ancora diverse quantità di sostanze tossiche.
Se la nave dovesse, come alcuni temono, spiaggiarsi sulle coste della Libia sarebbe un disastro non solo per il Paese ma per tutti i Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Come ci hanno insegnato purtroppo i diversi disastri ambientali dovuti a fuoriuscite di petrolio (ma non solo di petrolio), il pericolo di un incidente in mare di questa portata non può essere e non deve essere ritenuto circoscivibile o localizzato.