Dobbiamo prestare molta attenzione quando paghiamo una bolletta o una tassa per evitare, dopo anni, di pagare una multa salata
Quando paghiamo una bolletta o una tassa crediamo di essere ormai in regola con l’azienda o con l’ente creditore ma non è esattamente così.
Anche chi paga bollette e tasse varie può infatti rischiare molto se non è attento ad un dettaglio che gli può costare una multa molto salata con tanto di mora. Vediamo quindi qual è l’errore da non commettere.
Bollette, l’errore da non commettere al pagamento
Gli italiani credono che una volta aver pagata la bolletta o una tassa prima della sua scadenza sono a posto con i pagamenti ma in realtà non è così. Come molti esperti del settore tributario fanno sapere, bisogna anche potere dimostrare di avere compiuto effettivamente tali pagamenti di bollette e simili. Questo si rende necessario allo scopo di potere stare tranquilli in caso di accertamenti.
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La cosa indispensabile da fare, in questo senso, è conservare i bollettini di pagamento sia in formato fisico, con il foglio stampato, che in quello virtuale, tenendo il relativo file della ricevuta salvato sul proprio pc. Di tutto questo si parla in maniera esplicita nell’art. 1218 del Codice Civile.
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Più nello specifico bisogna conservare le ricevute di pagamento per un periodo che va dai cinque ad fino anche ai dieci anni. Il caso di quest’ultime riguarda gli estratti conto di banca e posta, del canone Rai e delle bollette che fanno riferimento alla telefonia mobile. Dovranno essere conservati, invece, per 5 anni, il pagamento del bollo auto, le bollette di gas ed energia elettrica, del telefono, la dichiarazione dei redditi, TARI ed IMU e multe varie.
E’ infatti possibile che possano verificarsi dei controlli con delle relative richieste di onorare tributi già pagati ma in qualche modo ritenuti ancora in pendenza da parte del soggetto creditore. Esibendo le ricevute di avvenuto pagamento non incorriamo in problemi mentre, in caso contrario, sono previste sanzioni molto salate, con l’obbligo di dovere ripagare la tassa o la bolletta contestata aggiungendo in più anche una mora di entità variabile.