Mascherine, come riconoscere quelle autentiche dalle false

Che siano FFP2, FFP3 o chirurgiche, le mascherine per essere efficaci devono avere degli standard garantiti dalla certificazione

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(Pixabay)

Si torna con la mascherina all’aperto, non si sa per quanto. Dopo molti mesi è ritornato l’obbligo dei dispositivi di protezione all’aperto, escluso ovviamente se si è seduti al tavolo di un bar o ristorante. La mascherina è un più potente mezzo di protezione dal virus, perché crea una distanza fisica tra sé e la possibilità di contagio.

Ma per essere efficace deve essere indossata correttamente e deve essere il più possibile filtrante. Le mascherine di stoffa (chiamate anche mascherine destinate alla collettività), sono risultate efficaci alla protezione, ed anche ecologiche perché riutilizzabili, ma in assenza di una certificazione non possono essere equiparate alle altre.

Ci sono comunque degli standard minimi di fabbricazione richiesti. Possono essere utilizzate all’aperto ma ormai esistono ulteriori restrizioni sulle mascherine. Sui mezzi pubblici, ad esempio, sono obbligatorie le FFP2.

Le mascherine destinate alla collettività sono mascherine non classificabili né come dispositivo medico, né come dispositivo di protezione individuale. Si tratta di una categoria di mascherine legittimata con il decreto Cura Italia, che in sostanza autorizza i cittadini italiani ad utilizzare mascherine che non abbiamo alcuna certificazione.

Mascherine FFP2, FFP3 e chirurgiche, come riconoscere la certificazione?

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Eta 20, arriva la mascherina sostenibile e amica dell’ambiente (foto: youtube)

Altroconsumo ha pubblicato una guida su come riconoscere le certificazioni, in assenza delle quali la mascherina va bene per evitare le multe, ma non il virus.

Iniziamo dalle chirurgiche. Come scrive altroconsumo, “le mascherine chirurgiche, per legge, sono classificate come dispositivi medici. Devono assicurare non solo il rispetto della normativa generale dei dispositivi medici (Dir. 93/42/CEE) ma anche soddisfare i requisiti imposti dalla norma tecnica EN 14683, che ne delinea le prestazioni minime in termini di efficacia filtrante e respirabilità”.

Quindi le informazioni da controllare sulla scatola o sulla confezione di acquisto delle mascherine chirurgiche sono 3:

  • deve essere presente il simbolo DM, che corrisponde a dispositivo medico;
  • se la mascherina è una vera mascherina chirurgica, la confezione riporta solitamente anche un codice, EN 14683, che stabilisce i requisiti minimi di capacità filtrante e respirabilità delle mascherine ad uso medico;
  • marchio CE, stando attenti che non si tratti di contraffazione.

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Mascherine FFP2 ed FFP3. Queste mascherine sono dei veri e propri dispositivi di protezione individuali, prima della pandemia utilizzate principalmente nei mestieri in cui l’apparato respiratorio può entrare in contatto con sostanza tossiche. Ma per essere protettive devono essere integre e certificate. Come riconoscere l’affidabilità?

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  • sulla mascherina devono essere indicati i codici EN 149:2001 + A1:2009, specifici per i filtranti facciali;
  • marchio CE, apposto a garanzia del rispetto delle norme vigenti;
  • codice di 4 lettere che accompagna il marchio CE e che identifica in modo inequivocabile l’ente che ha certificato l’aderenza del DPI alle norme.
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