Una manovra governativa ha consentito dal nuovo anno un tempo maggiore per i pagamenti delle cartelle esattoriali. Ma attenzione, i costi sono maggiori
Negli ultimi 2 anni abbiamo visto una sequela infinita di proroghe ai pagamenti delle cartelle esattoriali. Un po’ per dare maggior respiro alla condizione economica sfavorevole dei privati e delle imprese; un po’ perché il magazzino fiscale andava risistemato. Infatti, dopo il cosiddetto condono fiscale, che ha permesso di snellire il numero di cartelle inevase, la macchina della riscossione si è riattivata.
In teoria dal 31 agosto 2021 sono ripartiti gli invii, non per tutti. Ma qualcuno ha già ricevuto l’odiata lettera con cui l’Agenzia delle Entrate ha comunicato i pagamenti arretrati da assolvere. Si calcolano almeno 4 milioni di cartelle inviate negli ultimi mesi.
Per andare incontro ai contribuenti, il Governo ha varato una manoovra finanziaria. Il pagamento del debito può avvenire oltre i 60 giorni: nello specifico il termine originario dei 150 giorni previsto solo per gli atti notificati nel periodo 1 settembre – 31 dicembre è stato esteso fino a 180 giorni dalla conversione del decreto Fisco-lavoro.
Cartelle esattoriali, l’altra faccia della proroga dei pagamenti
Ma bisogna fare attenzione, perché aspettare troppo per pagare, anche se consentito dalla legge, potrebbe far salire i costi della cartella esattoriale. I costi lievitano già dopo il 60° giorno dalla comunicazione a causa degli “oneri di riscossione”, ovvero l’aggio, che sale al 6%.
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Il governo, per l’anno venturo, ha eliminato l’aggio dalle cartelle esattoriali, ma questo non è valido per le cartelle scadute prima del 31 dicembre 2021. Quindi, dati i 180 giorni di dilazione, l’aggio verrà pagato anche per le cartelle notificate nel primo trimestre del 2022. Quindi in sostanza, prima di rimandare troppo i pagamenti, si devono fare per bene i conti, e valutare se è conveniente.