Il tampone rapido rileverebbe in minor quantità la presenza del virus, quindi è probabile la presenza di falsi negativi
In questo periodo dell’anno, come era facile aspettarsi, soprattutto a causa dell’allentamento delle restrizioni in favore del consumismo natalizio, i contagi in Italia stanno ritrovando i picchi del pre-piano vaccinale. Quindi il passaporto Covid, che su carta consente tutta una serie di attività che ai non vaccinati sono precluse, di per sé non è un’assicurazione di immunità dal Covid.
Ed a quanto pare non lo sono neanche i tamponi rapidi negativi. Lo dimostrano le risultanze dei cenoni natalizi. Nonostante le code interminabili davanti alle farmacie per fare un tampone rapido preventivo prima di passare la serata con parenti ed amici, dopo Natale sono aumentati sensibilmente i numeri dei contagiati. In un articolo di affaritaliani.it, si riportano le dichiarazioni dell’FDA, l’agenzia del farmaco statunitense, secondo la quale “i dati preliminari suggeriscono che i test antigenici rilevano la variante Omicron, ma con una sensibilità ridotta“.
Nonostante ciò l’Agenzia continuerà a permetterli, anche se dalla voce di molti infettivologi il tampone rapido a tappeto è un metodo errato di prevenzione al contagio, perché dà la falsa illusione di essere in sicurezza. Al contrario, è stato dimostrato un 50% di inaffidabilità, cioè un tampone rapido su 2 dà risultati falsi, come si legge nell’articolo del 26 dicembre de ” Il Resto del Carlino”.
L’FDA conferisce raccomandazioni per l’utilizzo del tampone: “Se una persona risulta negativa con un test antigenico, ma si sospetta che abbia il Covid-19, per esempio avendo dei sintomi o un’alta probabilità d’infezione dovuta all’esposizione, il follow-up con un test molecolare (o PCR, ndr) è importante”.
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Il tampone molecolare è l’unico che può dare la sicurezza della presenza o assenza del virus, ma è molto più difficile prenotarlo. In alcuni casi si devono attendere settimane, e nel frattempo che si deve fare? A parte le indicazioni istituzionali, la cosa migliore, a parere dei medici, sarebbe tutelare innanzitutto i soggetti più a rischio che, nonostante il vaccino, possano avere più probabilità di ammalarsi gravemente.
Quindi basta alla corsa al tampone rapido. Non è assolutamente una garanzia che il virus sia lontano, e soprattutto non lo è se si intende entrare in contatto con soggetti fragili. Ancora una volta siamo entrati nella fase in cui bisogna tener duro, cercare di limitare il più possibile le attività superflue a rischio e usare il più possibile le mascherine FfP2, nell’attesa che i contagi tornino a dei livelli gestibili per gli operatori sanitari. E sperare nuovamente “che tutto andrà bene”.