Secondo i dati raccolti da Circular Economy Network che si occupa proprio di economia circolare il nostro Paese si dimostra migliore rispetto alla media Europea. Un successo raccontato anche in un volume che deve farci riflettere per una volta su quello che facciamo di buono e spingerci a fare ancora meglio
Il focus del rapporto di quest’anno è sul ruolo che l’economia circolare può avere nella transizione alla neutralità climatica. Come si legge sulla sintesi “per abbattere le emissioni di gas serra è necessario recuperare i gap di circolarità esistenti”, gap che sono relativi a: riduzione dell’utilizzo delle risorse, allungamento dell’utilizzo delle risorse, utilizzo di materie prime rigenerative e riutilizzo delle risorse. I vari Paesi dell’Unione Europea si muovono in modo diverso riguardo l’economia circolare.
Agli sforzi di ciascun Paese viene dato un punteggio riguardo la produzione, il consumo e la gestione circolare dei rifiuti nonché gli investimenti e l’occupazione nel riciclo, nella riparazione nel riutilizzo. I Paesi presi in esame sono Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia che ha preso il posto del Regno Unito. Le performance del nostro Paese per il 2021 ci hanno assegnato un punteggio pari a 79 e superiore a tutti gli altri Paesi presi in considerazione.
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Per quello che riguarda il riciclo dei rifiuti il nostro Paese ha una percentuale del 68% superiore addirittura alla media europea ferma al 57%. L’utilizzo circolare della materia è poi al 19,3%, superiore a quell’11,9% che è la media europea anche se rimane inferiore a quello dei Paesi Bassi, del Belgio e della Francia.
Riuscire ad avere una economia circolare sana significa riuscire a centrare gli obiettivi della neutralità climatica, fondamentale per la nostra sopravvivenza su questo pianeta. Un libro edito da fondazione Symbola ed Enel racconta 100 storie italiane di economia circolare provenienti da diversi settori dell’economia e della produttività: agricoltura, rinnovabile, arredo, chimica, solo per citarne alcuni.
C’è per esempio l’esperienza in cui è coinvolto il dipartimento di Scienze Agrarie dell’università di Udine, un’azienda della provincia di Udine e l’associazione Animaimpresa: lo scopo del progetto e raccogliere e riutilizzare i fondi del caffè come fonti di energia per stufe a biomassa e utilizzare poi i rifiuti prodotti come fertilizzante. Si producono arredi d’arte con i rifiuti invece grazie al progetto Avanguardia della cooperativa di Verona il Maggiociondolo che coinvolge anche detenuti, giovani disoccupati e chi affronta dipendenze.
Gli esempi presenti nel volume “100 Italian Circular Economy Stories” sono tutti piccoli esempi di cosa è possibile realizzare nel momento in cui pubblico e privato, cittadini e imprese, associazioni e produttori si uniscono con un’idea precisa, piccola ma chiara, e la portano a termine. E l’aspetto più importante di queste 100 storie italiane di successo circolare è che sono riproponibili esattamente così come sono su tutto il territorio nazionale, creando magari anche una rete che spinga ulteriormente il riciclo.