Le pensioni degli italiani con il 2022 vedranno un nuovo importante aumento. Ecco da quando scatta e perché
Il 2022 porta con sé una rivalutazione degli assegni pensionistici. La decisione è stata presa per adeguare i pensionati italiani al costo della vita e all’inflazione ormai galoppante nel nostro Paese.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato una quota maggiorata sulle pensioni del + 1,7%. Nonostante questo, per quanto riguarda le mensilità di gennaio e febbraio, gli assegni previdenziali saranno contraddistinti da un importo inferiore rispetto a quanto comunicato nel cedolino.
Pensioni, scatta l’aumento: ecco da quando
Il fatto che le prime due pensioni del 2022 abbiamo importi minori è dovuto al fatto che il calcolo su queste è stato effettuato sulla base della rivalutazione fissata lo scorso ottobre, ovvero un + 1,6%. Per ovviare a tale situazione, l’INPS comunica che a partire dal mese di marzo si dovrebbe partire con il conguaglio della differenza, che renderà di fatto gli assegni più congrui alle cifre stabilite proprio dal Mef.
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Con il 2022 si ritorna poi al tre “scaglioni Prodi” a danno delle “fasce Letta”. Gli “scaglioni Prodi” sono infatti più convenienti per le casse dello Stato dal momento che non sono applicate seccamente all’intero assegno ma vengono a configurarsi secondo un sistema molto vicino a quello della nuova Irpef.
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Con queste novità gli assegni pensionistici avranno una rivalutazione al 100% per quelli fino a 4 volte il minimo (2.062 euro), al 90% per quelli compresi tra le 4 e le 5 volte il minimo (cioè tra 2.062 e 2.578 euro) ed al 75% per quelli oltre 5 volte il minimo (vale a dire al di sopra dei 2.578 euro).
L’INPS stima poi un aumento di 25,50 euro per le pensioni da 1.500 euro al mese, di 34 euro per quelle da 2mila euro, di 41,76 per quelle da 2.500 euro, di 48,33 per quelle da 3mila, di 54,70 per quelle da 3.500, di 61,08 per quelle da 4mila, di 67,45 per quelle da 4.500 e di 73,83 per quelle da 5mila.