Varati nuovi obblighi del Green Pass su Reddito di Cittadinanza e accesso ai servizi. Molti i cambiamenti dall’1 febbraio
La stretta sui No vax passa anche dal Reddito di Cittadinanza. Infatti, fino ad oggi il dibattito, e la stessa azione di governo, ha concentrato gli sforzi sulla regolamentazione dei lavoratori e sull’accesso ai servizi dei cittadini. Ora, con la Legge di Bilancio e il Decreto del 7 gennaio, la certificazione verrà richiesta anche per entrare il banca o in un ufficio postale, a partire dall’1 febbraio.
Le anticipazioni sul Dpcm, in preparazione, presentano novità riguardanti l’utilizzo del Green Pass. Si prevedono infatti eccezioni all’obbligo di esibirlo e, in particolare, per l’accesso di alcuni servizi e attività commerciali. La spesa al supermercato non comporterà più l’esibizione del documento così come sarà più facile accedere in farmacia, in ospedale o all’ambulatorio del medico di base o del veterinario.
Saranno perciò escluse le esigenze alimentari anche se rimarrà l’obbligo nelle attività di somministrazione, come i bar; il libero accesso sarà garantito per le necessità sanitarie, di giustizia o pubblica sicurezza. Infine, quando si andrà a depositare una denuncia se si è vittime di reato o per esigenze urgenti di tutela dei minori, sarà consentita senza che il Pass venga richiesto.
Green Pass e Reddito di Cittadinanza, quali sono le restrizioni?
L’ultima Legge di Bilancio prevede una revisione del Reddito di Cittadinanza introducendo l’obbligo di visita dei centri per l’impiego solo se vaccinati o quanto meno in possesso di Green Pass light (che si ottiene con il tampone). Il rischio è l’immediata sospensione del sussidio.
Leggi anche: Green Pass, in quali negozi si potrà entrare dal 1 febbraio
Leggi anche: Bancomat, mai avvicinarlo a quest’oggetto: si smagnetizza
Tra la popolazione che percepisce il reddito di cittadinanza, poco meno del 10% è sprovvisto al momento del super green pass, perché non vaccinato o guarito dal Covid, secondo i dati sulle vaccinazioni. Esso equivale a una platea di circa 100mila beneficiari su circa 1,3 milioni di nuclei familiari di cui il 30% ritenuto occupabile, perciò soggetto all’obbligo di frequentare in presenza i centri per l’impiego.