Non è una fake news. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ha avviato ufficialmente la procedura per realizzare un nuovo, ennesimo e costoso, studio di fattibilità tecnico-economica per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina
La notizia la dà lo stesso sito del Ministero e nel comunicato si legge che in particolare stavolta verrà analizzata nel dettaglio la soluzione progettuale cosiddetta del “ponte aereo a più campate”. Ad occuparsi di acquisire i documenti di fattibilità sarà RFI spa, “in quanto capace di garantire la più appropriata continuità e interconnessione dell’intervento con quelli ferroviari progettati nei territori calabresi e siciliani“.
Quella del ponte sullo stretto di Messina è una chimera che ci saluta da lontano, dai tempi del primo governo Berlusconi, della metà degli anni ’90. Ogni nuovo studio di fattibilità, che vale la pena evidenziare, porta via una certa quantità di risorse che potrebbero essere destinate su altri progetti, ritorna la speranza di poter finalmente avere collegamenti funzionali tra lo Stivale e la Sicilia. Nella nota pubblicata sul sito del Ministero si fa anche riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al piano complementare.
Nello specifico si legge: “Si ricorda che nei mesi scorsi il Governo ha provveduto a potenziare l’attraversamento dinamico dello Stretto di Messina, anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano complementare, destinando a tale scopo 510 milioni di euro. Gli interventi messi in atto vanno nella direzione di migliorare e velocizzare l’attraversamento dello Stretto, favorendo la transizione ecologica della mobilità marittima e la riduzione dell’inquinamento“.
Una nota positiva quindi che però sembra un po’ ricalcare il principio del bastone e della carota dove il bastone è lo Stretto di Messina e la carota è per esempio l’ibridazione della flotta di traghetti che solca adesso quel tratto di mare complicato sotto tutti i punti di vista.
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Parliamo di bastone e carota perché alla realizzazione di un Ponte sullo Stretto di Messina si sono sempre opposte le associazioni ambientaliste, facendo notare, lo scrivevano per esempio Legambiente, WWF e Italia Nostra Onlus nei primi anni 2000, come occorra tenere in considerazione il luogo in cui il ponte verrà costruito che, fino agli ultimi progetti, toccherebbe aree protette e sensibili a livello ambientale togliendo allo stesso tempo fondi a uno sviluppo vero del Mezzogiorno d’Italia.
Sono queste le perplessità e dubbi che ci portiamo dietro da oltre 20 anni, chissà se il nuovo studio di fattibilità, che dovrà poi essere confrontato con l’idea del ponte a campata unica e con quella che viene definita “opzione zero”, riuscirà finalmente a rispondere in maniera chiara alle domande dei cittadini e delle associazioni e non sarà solo l’ennesimo giro di giostra per far arricchire studi di progettisti e qualche alto funzionario.