Secondo l’associazione Elettricità Futura, la principale confindustriale del settore, se potessimo contare davvero sulle rinnovabili ci sarebbero risparmi in bollette fino a 30 miliardi
L’associazione dimostra, numeri alla mano, che incentivando e sviluppando le energie rinnovabili, il nostro Paese può trarne solo benefici. I numeri di Elettricità Futura si uniscono anche, per esempio, alle dichiarazioni del direttore di Enel Italia, che ha sottolineato in un intervento come in realtà dovremmo davvero puntare sulle energie rinnovabili e lasciare perdere il nucleare, lento da costruire e difficile da gestire.
Sul sito ufficiale dell’associazione che raccoglie le imprese elettriche italiane è presente un approfondimento estremamente interessante che in poche slide risponde a una domanda ormai ricorrente: “Come è possibile dire no alle rinnovabili?“. il primo punto a favore dell’eolico, del solare e delle altre fonti energetiche rinnovabili è che “sono le energie più competitive” e si sottolinea per esempio che “se avessimo avuto oggi la quota di rinnovabili prevista per il 2030, l’impatto dell’aumento del prezzo del gas sarebbe stato inferiore del 40%“. In particolare, riusciremmo ad avere un prezzo fisso di gran lunga inferiore a quello altamente fluttuante che ci ritroviamo a combattere ora in bolletta.
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Nella seconda slide si fa riferimento invece a quello che avremmo potuto risparmiare avendo raggiunto già oggi gli obiettivi del Green Deal che sono ora fissati al 2030 (di certo non una data lontanissima ma per cui c’è il rischio di non arrivare comunque preparati). “Il costo dell’energia elettrica sale perché è aumentato di circa quattro volte il prezzo del gas rispetto alla media degli ultimi anni (oggi è circa 80 €/MWh al TTF a fronte di circa 20 €/MWh in media negli scorsi anni) con cui viene prodotta la maggior parte dell’elettricità in Italia e in molti Paesi europei“.
E l’analisi di Elettricità Futura deve farci riflettere: se avessimo già attivo il mix previsto dal Green Deal, la bolletta totale per il nostro Paese sarebbe stata di 44 miliardi contro i 75 miliardi previsti per i prossimi dodici mesi.
L’analisi dell’associazione si conclude con un riassunto per punto dell’appello al Governo, al MITE, al MEF e ad ARERA presentato a dicembre 2021 e in cui si legge:”Le FER sono una delle principali soluzioni nel percorso di transizione energetica. Introdurre misure penalizzanti (es. Robin Tax), non supportate da adeguate analisi, ne comprometterebbe la sostenibilità con impatti negativi sui progetti e gli investimenti pianificati per il prossimo decennio e sul raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030.” Cosa stiamo aspettando?