L’eredità di un immobile comporta il pagamento della tassa di successione. Non tutti gli eredi sono uguali
Quando si eredita un bene, in particolare un immobile, si apre, per i successori, una prassi di regolarizzazione ben definita dall’erario. Parliamo della dichiarazione di successione prevista dall’Agenzia delle Entrate, la quale impone la presentazione agli eredi secondo tempi e modalità chiare. La dichiarazione è innanzitutto obbligatoria se il bene ereditato è un immobile.
Gli eredi, che non siano comunque il coniuge o i parenti in linea diretta con il defunto, devono presentare all’Agenzia la dichiarazione di successione entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, corrispondente alla data del decesso del contribuente.
Prima della dichiarazione, è previsto il calcolo delle imposte (ipotecaria, catastale, bollo, tassa ipotecare e tributi speciali) che andranno versate prima di presentare la medesima. l pagamento può essere effettuato in banca, all’ufficio postale o all’agente della riscossione.
L’Agenzia delle Entrate richiederà successivamente al contribuente di corrispondere aliquote e franchigie per l’imposta sulle successioni e donazioni stabilite nelle misure:
Se la dichiarazione è presentata all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, il pagamento va effettuato entro 60 giorni tramite l’utilizzo del modello F24, indicando i relativi codici tributo. Se il pagamento avviene con addebito sul conto corrente, è necessario compilare un apposito modello, messo a disposizione dall’Agenzia, da consegnare all’ufficio.
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