Lo sciacquone del Wc di casa è diventato il centro di una lotta in tribunale tra vicini. Ecco cosa è stato deciso dai giudici
Le liti tra vicini sono all’ordine del giorno, ancora di più poi se i vicini vivono in un condominio. La stragrande maggioranza di queste liti deriva da rumori molesti come l’utilizzo di elettrodomestici ad orari di riposo.
Un curioso caso di liti tra vicini, diventato subito un vero e proprio caso, riguarda il rumore dello sciacquone del Wc. La vicenda riguarda dei vicini di casa in una località del Golfo dei Poeti, in provincia di La Spezia. Per risolvere la lite è intervenuta la Cassazione.
Vicini litigano per lo sciacquone Wc: la lotta in tribunale
La vicenda inizia quando una coppia si rivolge al tribunale di La Spezia perché quattro fratelli che abitano sul loro stesso pianerottolo, nell’alloggio confinante, hanno realizzato un nuovo bagno che provoca rumori “intollerabili derivanti dagli scarichi”. Marito e moglie chiedono che il problema sia eliminato e che gli sia riconosciuto un risarcimento. Il giudice di primo grado boccia la loro causa.
Leggi anche: Bonus Tiroide, tutti i requisiti e come fare per ottenerlo
La coppia non si arrende e ricorrono in Appello a Genova. La Corte dispone una perizia che accerterà che “il secondo bagno era stato realizzato in una parete adiacente la stanza da letto dell’appartamento confinante ove era posta la testiera del letto” ed evidenzierà “non solo un notevole superamento della normale tollerabilità ma anche lo “spregiudicato ‘uso del bene comune’, posto che la cassetta di incasso del wc era stata installata nel muro divisorio, avente lo spessore di cm 22 mentre avrebbe potuto trovare collocazione nel loro locale bagno”.
Leggi anche: Quattordicesima INPS: ecco chi la riceverà nel 2022
I giudici d’Appello, quindi constatarono come i rumori dello sciacquone disturbassero il riposo sia serale che del primo mattino, configurandosi come “una lesione del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiana, diritti costituzionalmente garantiti e tutelati dall’articolo 8 della CEDU, Convenzione europea diritti dell’uomo”. La causa si chiuse con l’ordine ai proprietari di rivedere la collocazione dello sciacquone e di risarcire con 500 euro all’anno i vicini di casa, a decorrere dal 2003.
La storia non si è conclusa qui perché la storia dello sciacquone è finita in Cassazione. La disfida conclusiva si è giocata sulla effettiva rumorosità dello scarico e sulle misurazioni avvenute di notte. I giudici della Cassazione non hanno esitato a riconoscere in quello scarico del wc murato in una parete divisoria assi sottile, che tanto dava fastidio al vicino, una lesione al “diritto al rispetto della propria vita privata e familiare” che “è uno dei diritti protetti dalla Convenzione Europea dei diritti umani”. Dopo 19 anni lo sciacquone sarà silenziato.