I tipi di mascherine sono principalmente 3. Ma al momento le Ffp2 sono le più gettonate, anche perché in alcuni contesti sono obbligatorie
Fino a 2 anni fa le mascherine protettive erano esclusiva di sanitari o di altre mansioni lavorative a contatto con sostanze tossiche. Ormai sono diventate un oggetto di uso quotidiano che è impossibile dimenticare a casa. Le tipologie principalmente utilizzate sono 3: chirurgiche, Ffp2, e di comunità.
Le chirurgiche sono le mascherine tipiche degli operatori sanitari, e garantiscono un buon livello di protezione, ma non eccezionale. Per essere valide devono riportare il marchio CE più una sigla alfanumerica che contraddistingue il lotto del prodotto. Sono ufficialmente dei dispositivi di protezione individuale.
Le mascherine cosiddette di comunità sono in sostanza quelle di stoffa. Introdotte in commercio a causa della penuria di mascherine chirurgiche o Ffp2, sono protettive nella prassi ma non possono essere considerate dispositivi di protezione. Quindi, in molti contesti non possono essere usate.
Le Ffp2 sono considerate le più sicure, ed al momento sono anche messe in cima alla lista dalle norme. I recenti decreti infatti impongono in tutta una serie di contesti, come ad esempio i mezzi pubblici, l’utilizzo delle Ffp2. Ma per essere garantite devono essere certificate. Negli ultimi 2 anni si è assistito alla contraffazione di mascherine, come riconoscere quelle buone?
A partire dalla primavera del 2020 i NAS e l’Agenzia delle dogane hanno sequestrato milioni e milioni di di mascherine contraffatte, che avrebbero potuto mettere a rischio tantissime persone. Infatti le Ffp2 false forniscono una bassissima protezione. Il problema è che non è facile distinguerle ad una prima occhiata. E’ necessario osservare per bene i protocolli di sicurezza.
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Per riconoscere delle mascherine FFP2 originali e quindi regolari è bene individuare il riferimento alla norma tecnica EN 149:2001+A1:2009, nonché il marchio CE, seguito da un codice a 4 cifre indicante l’organismo notificato.
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Deve poi essere riportata a chiare lettere la tipologia di protezione (per l’appunto, FFP1, FFP2 o FFP3), accompagnata dall‘identificazione del fabbricante. L’assenza di una sola di queste informazioni deve indurre al dubbio di ritrovarsi di fronte a una mascherina FFP2 contraffatta. Tutte le mascherine che non aderiscono a questi standard sono false, quindi ne è sconsigliato l’utilizzo.