Da un editoriale di Altreconomia emerge come molte associazioni chiedano delle norme più restrittive sulla pubblicità dei combustibili fossili, dannosi per la salute e per il pianeta
La richiesta parte da una semplice considerazione. Se nel tempo si è sviluppata una sensibilità verso il commercio del tabacco, per cui ne è stata progressivamente vietata la sponsorizzazione in quanto nocivo per l’essere umano, perché non si fa lo stesso con i combustibili fossili?
Ormai non è più neanche necessario dimostrare con dati alla mano quanto la combustione che produce CO2 sia deleteria, e come lentamente, ma non troppo, sta portando l’intero Pianeta verso il declino. E questo scenario è ritratto senza particolari visioni apocalittiche. E’ semplicemente ciò che sta accadendo, e che in molti fanno finta di ignorare, comprese le istituzioni, che professano la veste “verde”, per poi disattendere gli obiettivi degli Accordi di Parigi.
Silvia Pastorelli, fautrice della campagna di Greenpeace, dichiara : “Da tempo sappiamo che il tabacco nuoce alla salute e per questo è stato necessario impedire che venisse pubblicizzato. Di mese in mese cresce l’evidenza scientifica degli impatti dei combustibili fossili. La pubblicità e la sponsorizzazione del tabacco sono vietate allo scopo di tutelare la salute pubblica: perché non puntiamo a fare lo stesso con i combustibili fossili? Sarebbe un cambiamento sistemico”.
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Il testo della proposta è stato depositato il 22 aprile 2021, e registrato nel giugno successivo. Il paradosso è che le multinazionali che si occupano di approvvigionamento e vendita del greggio, sono le stesse che hanno implementato una strategia di marketing basata sul greenwashing, cioè sulla sostenibilità ambientale. Ma a ben vedere, come è possibile che ci sia coerenza tra i messaggi “verdi” portati al pubblico e un’attività basata sul carburante fossile?
Come sottolinea l’editoriale di Altreconomia, se la campagna andasse in porto, ed il divieto diventasse operativo, le multinazionali come Volkswagen e Gazprom, ad esempio, sarebbero privati delle loro vetrine principali, quali sono stati i campionati di calcio europei 2021.
Conclude Francesco Spadini, coordinatore della campagna per l’Italia: “Vogliamo smascherare i colossi europei come Total, British Petroleum, Shell, Eni, e metterne in discussione la social license, ovvero il grado di accettazione del loro modo di fare affari. Queste aziende utilizzano i canali pubblicitari e gli strumenti delle sponsorizzazioni per raccontare una storia ‘green’ e sostenibile che non è vera“.