I Pfas o sostanze perfluoralchiliche sono inquinanti estremamente pericolosi e associati a diverse patologie con in più riscontrate capacità di interferire sul sistema endocrino. Ma i limiti dell’inquinamento da Pfas sono ancora troppo alti e non uguali in tutto il Paese, denuncia la Commissione Parlamentare sulle Ecomafie
È stata di recente presentata una nuova relazione a cura dei deputati Stefano Vignaroli, Chiara Braga e Alberto Zolezzi. Come riportato anche da Il Salvagente, la Commissione Ecomafie si sta ora concentrando sul processo Miteni, ovvero sull’inquinamento delle falde acquifere in Veneto ma anche su ciò che sta accadendo in Piemonte e in particolare a Spinetta Marengo.
In questa zona c’è uno stabilimento della Solvay che continua a produrre C604, un prodotto che in teoria dovrebbe essere meno inquinante dei Pfas attualmente utilizzati. Il problema del C604 però è che si tratta di una sostanza in grado di provocare alterazioni genetiche.
Vignaroli spiega: “Qui desta particolare preoccupazione l’autorizzazione data dalla provincia di Alessandria alla Solvay per uno scarico con limiti esageratamente permissivi. Non si può tutelare semplicemente una multinazionale a discapito del rischio salute per i cittadini“.
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Il problema, prosegue sempre Vignaroli, è che non ci sono dei limiti nazionali fissati per la percentuale di Pfas nei rifiuti industriali e che le autorità locali hanno quindi discrezionalità nello stabilirli: “È il momento che lo Stato fissi dei limiti ai Pfas che valgano a livello nazionale e evitino che gli enti locali facciano ognuno come gli pare“.
Per esempio, ricorda ancora Vignaroli, in Veneto sono stati stabiliti dei limiti proprio a causa della situazione ambientale preoccupante mentre invece in Piemonte, dove la situazione a quanto pare non è (ancora) preoccupante, non ci sono questi limiti. Decisamente anche noi siamo convinti che occorra una legislazione nazionale su questo genere di sostanze per evitare di creare zone in cui le società vincano sulla salute dei cittadini.