Stalkerware, secondo il report di Digital Stalking l’11% degli italiani è perseguitato da dispositivi tecnologici

E probabilmente sono molti di più. L’11% si riferisce a chi ha ammesso di essere vittima dello stalking tecnologico, ma come si sa c’è un vasto numero di statistiche sommerse

telecamere privacy
Lianhao Qu (unasplash)

Apprendiamo la notizia dal sito “Buone notizie”, anche se questa tanto buona non è. La tecnologia diventa complice dello stalking. Ovviamente è noto a chiunque come tramite WhatsApp, mail o SMS si possa tormentare psicologicamente la vittima prescelta, ma per chi non ne sia a conoscenza, esiste un malware battezzato Stalkerware, che se installato su uno smartphone può “spiare” messaggi, chiamate, geolocalizzazione della vittima, insomma, tutte le informazioni personali contenute nel telefono, in poche parole l’intera vita di un individuo.

Questo è un altro strumento di quella che viene definita cyberviolenza. Il problema, oltre alle tecnologie fuori controllo, rimane la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Se da una parte negli ultimi anni si sono fatti passi avanti nella direzione di una maggior consapevolezza che la privacy sia un diritto, dall’altra, quando si entra nei rapporti interpersonali, l’argomento diventa più spinoso.

Dal report Digital Stalking in Relationships condotto da Kaspersky, noto produttore di soluzioni digitali per la sicurezza, presentato in Senato in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne 2021, emergono dati interessanti. Il 26% degli intervistati “ritiene normale monitorare il partner senza il suo consenso. Questa informazione non può non dare nell’occhio. Evidentemente, per il campione intervistato, il diritto alla privacy, quando si entra in un contesto relazionale, può essere leso senza che si consideri un atto di violenza o di ingiustizia. E questo non può che essere considerato allarmante.

Dal medesimo report emerge che l’11% degli italiani ammette di essere stato perseguitato tramite dispositivi tecnologici. Possiamo senza dubbio immaginare che i numeri reali siano molto più alti. Allo stesso tempo il 60% degli intervistati non sa cosa siano gli stalkerware, quindi è il momento di fare un po’ di chiarezza.

Gli stalkerware sono dei malware che possono essere installati su un telefono in due modi: tramite manomissione diretta da parte di una terza persona o “attraverso un’attività di phishing, cioè la diffusione di un link malevolo attraverso mail o via social, che si è invitati a cliccare aprendo così le porte del proprio dispositivo”.

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La commercializzazione di stalkerware è resa possibile dal fatto che spesso sono descritti come app per il controllo parentale o soluzioni antifurto. Ma all’atto pratico la loro diffusione mina la sicurezza personale, in particolare quella femminile, più spesso vittima di violenze o soprusi da parte del partner. È importante sottolineare che installare a propria insaputa uno stalkerware per ascoltare messaggi personali, copiare password o altro, è a tutti gli effetti un crimine, e come tale va denunciato.

Il sito Buone notizie, fonte di questo articolo, elenca dei suggerimenti per tutelarsi dagli stalkerware:

  • Munirsi di software di sicurezza come gli antivirus in grado di rilevare la presenza di uno stalkerware
  • Non cliccare su link o scaricare allegati provenienti da fonti sconosciute senza prima verificarli
  • Controllare quali app hanno ricevuto permessi pericolosi come l’accesso alla geolocalizzazione e verificare quelle sconosciute
  • Proteggere il proprio dispositivo con pin di sicurezza di accesso e schermata di blocco e cambiarli periodicamente
  • Non lasciare il proprio cellulare incustodito

Nel caso in cui si accorga di essere vittima degli stalkerware, è consigliabile rivolgersi subito alle autorità, e non rimuovere il maleware, per poter dimostrare l’illecito ed effettuare le dovute denunce.

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