L’aumento del prezzo del greggio a cascata colpisce non solo le utenze, ma anche il costo della benzina, che in un anno è aumentato di molto
Il nuovo anno si è aperto con un incremento vertiginoso dei costi per le utenze domestiche. Era già annunciato da tempo, ma quando si trova un rincaro dell’oltre il 50% non si è mai preparati abbastanza. Stesso discorso per il prezzo della benzina. In un anno, il prezzo di un litro di carburante è balzato da 1,35 a 1,65 euro, il +22,3 per cento. E un pieno, per un mezzo pesante di oltre 11 tonnellate, sfiora i 150 euro.
Gli automobilisti senza dubbio verranno penalizzati, e da molte parti si punta l’indice contro le politiche governative che in un momento difficile come la crisi economica che da tempo aleggia sulle teste di tutti, non stanno facendo molto. Si parlava di eliminare o ridurre le imposte e le accise sulle bollette, ma guardando bene i dettagli, non se ne trova traccia. E per la benzina è ancora peggio. Il Cgia di Mestre ha condotto un’analisi, da cui emerge che per la benzina siamo di fronte ad una doppia tassazione.
Come riportato da “Il Giornale”, il Cgia di Mestre spiega cosa si intende per doppia tassa sulla benzina: “A fronte dell’aumento dei prezzi del greggio registrato a partire dall’inizio del 2021, per lo Stato, che applica sulla base imponibile dei carburanti l’Iva al 22 per cento, il gettito è aumentato. Se poi teniamo conto che questa base imponibile contiene anche le accise, questo è un tipico esempio di doppia tassazione“.
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Questo senza dubbio è un allarme da parte del Cgia, e chi usa quotidianamente l’auto non può che essere d’accordo. Anche perchè, ricorda l’associazione, le accise incidono in maniera “impressionante”: il 41 per cento sulla benzina verde, il 37,5 per cento sul gasolio e il 18 per cento sul Gpl.