Un nuovo richiamo alimentare dal sito del Ministero della Salute, stavolta si tratta di una contaminazione da cadmio in un surgelato
Il Ministero della Salute ha provveduto a diramare un richiamo alimentare per un lotto di prodotto surgelato in cui è stato riscontrato un livello eccessivo di cadmio.
Il cadmio è un elemento naturale ed è presente purtroppo sia nell’aria sia nell’acqua dato che spesso è un prodotto della combustione ed è utilizzato per produrre vernici e materiali plastici.
Un avvelenamento da cadmio dovuto a una esposizione prolungata a questa sostanza può avere effetti importanti soprattutto sulle ossa dato che ne riduce la densità provocando anche osteoporosi. Ne esiste comunque una dose che viene ritenuta tollerabile. Il prodotto surgelato oggetto del richiamo ha superato abbondantemente questo limite ed è quindi pericoloso per la salute umana.
Allarme cadmio, prodotto surgelato ritirato
Il richiamo alimentare diffuso dal Ministero della Salute riguarda quindi la presenza oltre limite del cadmio in una partita di cozze sgusciate, cotte surgelate. Il lotto è il numero 200497 prodotto dalla società Soc Pesquera Landes Sociedad Anonima.
Leggi anche: INPS, addio a 5 bonus nel 2022: la conferma ufficiale
La data di scadenza del lotto contaminato è indicata al 03/03/2022. Il prodotto è stato realizzato in Cile ed è commercializzato in Italia dalla ditta Panapesca SPA. Il lotto è composto da sacchi da 9 chilogrammi.
Leggi anche: INPS, dal 1° febbraio nuovi contributi per questi genitori
Data l’alta percentuale di cadmio presente si sconsiglia fortemente il consumo e, nel caso abbiate acquistato una confezione di queste cozze cilene sgusciate vi consigliamo di riportare la confezione presso il punto vendita di acquisto e restituirle. Il cadmio infatti non è una sostanza che può essere eliminata con processi di cottura ed essendo altamente tossica occorre evitare in ogni modo di entrare in contatto con alti livelli di questa sostanza pericolosa per cui, tra le altre cose, sono anche stati di recente abbassati ulteriormente i limiti massimi consentiti nel cibo.