La rivoluzione del digitale terrestre prosegue a ritmo sostenuto ma c’è un aspetto negativo per tutti che non sembra essere stato calcolato a dovere
E se vi dicessimo che il nuovo digitale rischia di portarci più problemi di quanti canali potrebbero esserci su un telecomando? Eppure era prevedibile anche se nessuno sembra essersene accorto finora.
Come ogni volta che la tecnologia cambia c’è un gran parlare di tutto il buono che le novità portano. Ed è innegabile che anche il nuovo digitale ci sta dando canali con trasmissioni più nitide, in alcuni casi addirittura canali nuovi di zecca che prima non c’erano neanche. Ma purtroppo non è tutto oro quello che luccica e a forza di pensare a una nuova televisione o a un nuovo decoder o ancora a fare la riorganizzazione dei canali per essere più comodi ci siamo dimenticati di un aspetto importante che forse anche i legislatori italiani ed europei hanno tralasciato o hanno voluto ignorare.
Digitale terrestre, la nuova tv va bene ma la vecchia?
Il vostro televisore è stato cambiato? Avete acquistato un nuovo decoder? E dove avete conferito la vecchia tv o il vecchio decoder? E vi siete chiesti che fine faranno questi rifiuti elettronici?
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Con il digitale terrestre e il bonus TV moltissimi sono corsi a cambiare tv, con la prospettiva di un apparecchio che possa accompagnare serate e giornate in famiglia per molti anni. Ma tanti hanno cambiato Tv anche se l’apparecchio non era del tutto da buttare. Perchè per una buona parte di TV che sono finite nelle discariche (e speriamo solo lì’ e non in qualche fosso o abbandonate vicino a qualche cassonetto) in realtà sarebbe bastato spendere meno di 50 euro per un buon decoder. Evitando quindi di creare inquinamento.
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Perchè purtroppo nessuno sembra essersi reso conto che nella corsa alla nuova TV abbiamo creato una quantità di inquinamento pari a una città intera. Come se fosse sorta dall’oggi al domani una nuova Roma o una nuova Firenze. E le meccaniche con cui vengono assegnati alle discariche gli appalti per lo smaltimento dei RAEE non aiuta. Alla prossima rivoluzione forse occorrerà fermarsi un momento e giudicare meglio cosa fare: cittadini, produttori, chi si occupa dello smaltimento e chi ci governa.