Da UnfakeNews di Legambiente una disamina chiara della situazione che stiamo vivendo con il caro bollette e un ulteriore invito a pensare rinnovabile
Gli aumenti delle bollette dell’energia elettrica e del gas sono ormai sotto gli occhi di tutti. Ma si tratta di una situazione che, con un preoccupante effetto domino, sta provocando rialzi dei prezzi in tutti i settori produttivi. Con conseguente rischio per le famiglie. Ma a cosa è davvero dovuto il rincaro delle bollette? Si può fare qualcosa?
Sul sito UnfakeNews curato da Legambiente troviamo un ottimo riassunto di tutto ciò che ci sta portando a guardare con sempre maggiore apprensione le bollette di luce e gas e non solo. L’analisi di Legambiente è anche però un’altra buona occasione per fare il punto riguardo la nostra situazione energetica come Paese e per ribadire che la vera soluzione non è né nelle centrali nucleari né nell’aumento dell’attività estrattiva del gas presente nel nostro sottosuolo.
Il nostro Paese ha avuto bisogno, questi i dati al 2020, di 301,2 TWh di energia con un leggero aumento dell’impatto delle fonti rinnovabili sulla produzione complessiva che però rimane fortemente sbilanciata verso il termoelettrico da fonti fossili. Oltre la metà della potenza complessiva installata, ricordano da Legambiente, è di tipo termoelettrico (il 53,1%) e copre il 65,9% circa della produzione nazionale. Il carburante di questo 53,1% è costituito da fonti fossili con il gas naturale utilizzato per oltre il 70% della produzione. Siamo ancora, quindi, un Paese che fa molto affidamento sul gas per la produzione di energia elettrica.
Le fonti rinnovabili coprono ora invece il 38% della domanda di energia elettrica e, sul totale della energia, si fermano al 20%. C’è dunque spazio per la crescita delle rinnovabili ma a quanto pare, ed è questa la denuncia di Legambiente, anzichè puntare a sbloccare i progetti delle rinnovabili, si sta preferendo ancora dare fondi e fare progetti che hanno al centro il gas naturale.
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Da parte sua, il Ministro Cingolani ha parlato di alcune misure per far fronte al caro bollette, misure che però non sembrano di nuovo tenere conto né delle potenzialità delle rinnovabili né degli obiettivi che il nostro Paese ha ratificato in termini di emissioni di gas serra. Notizia recente è, per esempio, il fatto che si stia tornando timidamente a parlare di centrali nucleari da costruire in Italia mentre i Paesi in cui storicamente si trovano, per esempio la Francia, le vorrebbero dismettere e in Germania si sta procedendo in questo senso.
Il caro bollette, quindi, deriva sostanzialmente dal fatto che il gas naturale ha visto il suo prezzo schizzare alle stelle, ed essendo l’Italia molto dipendente dal gas questo ha portato a un rincaro generalizzato, dato che bollette più salate per le industrie significa aumenti dei prezzi dei prodotti finiti, dei trasporti e di tutto ciò che fa economia mentre invece “con adeguate politiche di efficienza energetica, da qui al 2030, si potrebbe portare tutti gli edifici, residenziali e non, a ridurre i consumi di almeno il 50%, in linea anche con le proposte europee“.