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Nuovo report di NCI: “Le multinazionali fanno dichiarazioni ambiziose sul clima ma pochi fatti”

25 multinazionali sono state prese in esame da NewClimate Institute per valutare quanto nei fatti si stiano impegnando per ridurre il proprio impatto sul clima e quanto invece dei loro claim sia solo greenwashing e belle parole

foto Pexels

Le società oggetto dell’analisi si occupano di mercati diversi, c’è per esempio Amazon ma c’è anche Carrefour, c’è Deutsche Telekom e c’è Enel, c’è Google e c’è Ikea. Come si legge nell’introduzione al report “Corporate Climate Responsibility Monitor“, ormai siamo in una società per cui anche le diverse compagnie in tutto il mondo devono rispondere dell’impatto delle proprie attività non solo agli azionisti ma a tutti.

In generale tutte le più grandi società e compagnie del mondo hanno fatto e fanno periodicamente dichiarazioni riguardo i propri impegni sul clima con alcune che arrivano a dichiarare di avere intenzione non solo di ridurre in maniera significativa ma addirittura di eliminare e portare a zero le proprie emissioni. Il report fotografa però una situazione in cui in generale siamo di fronte a società che a parole sembrano impegnarsi molto più di quanto in realtà i documenti ufficiali dimostrerebbero.

Quello che è stato valutato nello specifico è l’integrità delle strategie per il clima e delle dichiarazioni annesse, valutando il tutto con criteri legati alle buone pratiche. Più che guardare però alle dichiarazioni e alle valutazioni delle singole società ci interessa concentrarci sui valori medi riscontrati in questo pool di 25 compagnie globali. Nel report viene per esempio valutato il modo in cui vengono diffusi i dettagli annuali relativi alle emissioni di gas serra: solo 6 società su 25 hanno adottato questo modello di trasparenza.

Ma se i dati relativi alle emissioni sono poco diffusi c’è soltanto una società su 25 che ha stabilito un target di riduzione delle emissioni specifico indipendente da qualunque formula di compensazione e che ha dichiarato di volersi allineare con il famoso 1,5 gradi centigradi. In generale poi, la riduzione non è mai del 100% ma si ferma a un, secondo noi decisamente misero, 40%.

Ma perché è necessario analizzare le parole e i fatti delle società quando si parla di clima? In primo luogo perché il clima, la riduzione dell’impatto ambientale, la lotta ai cambiamenti climatici sono argomenti che stanno prendendo sempre più piede anche nella popolazione e si stanno lentamente trasformando in criteri di valutazione quando si fanno scelte economiche.

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Sapere di stare acquistando da una società che cerca in qualche modo di ridurre il proprio impatto ambientale è un elemento che sta crescendo di importanza. Motivo per cui le società hanno tutto l’interesse a dichiarare di voler essere carbon-neutral oppure di voler lavorare per compensare in qualche modo le proprie emissioni. Purtroppo però, come registrato anche dal report, per alcune società almeno si tratta più che altro di operazioni di greenwashing e non di impegni concreti.

Per dovere di correttezza questo è l’elenco delle società oggetto del report: Accenture, Amazon, Apple, BMW Group, Carrefour, CVS Health, Deutsche Post DHL, Deutsche Telekom, Enel, E.ON, GlaxoSmithKline, Google, Hitachi, IKEA, JBS, Maersk, NEstlé, Novartis, SAint-Gobain, Sony, Unilever, Vale, Vodafone, Volkswagen Group, Walmart.

Pubblicato da
Valeria Poropat