L’assegno divorzile spetta per legge al coniuge che non deve essere troppo penalizzato dalla saparazione matrimoniale
L’assegno divorzile è la somma che spetta mensilmente all’altro coniuge quando egli non ha i mezzi necessari per mantenersi autonomamente. In presenza di figli l’assegno diventa più corposo. Il mantenimento viene erogato all’ex coniuge fino a nuove nozze, o, nel caso di presenza di figli, fino a che non siano terminate le responsabilità economiche di mantenimento.
Generalmente, e culturalmente, soprattutto in Italia il coniuge più debole economicamente è stato spesso identificato con quello femminile. Anche perché è più frequente che alla crescita dei figli si occupi la donna, precludendosi così la possibilità di trovare un impiego stabile e di crearsi una propria autonomia economica.
Proprio per questo l’assegno di divorzio è un obbligo da parte del coniuge più forte economicamente. In questo modo si può anche sostenere l’ex nel crearsi una nuova vita autonoma.
Assegno divorzio, la decisione della Corte di Cassazione
Ma ci sono dei casi in cui l’assegno divorzile non viene dato o viene ritirato. La somma mensile viene concessa sulla base di tre requisiti di legge: perequativi, assistenziali e compensativi. Il che significa che l’altro coniuge deve aver garantito uno stile di vita consono.
Leggi anche: Aspirina e auto: attenzione: la notizia che non tutti sanno
Nello stabilire sia la legittimità dell’assegno che la portata, la legge stabilisce numerose varianti, tra cui la condizione economica dei due coniugi ed i motivi del divorzio. Il 31 dicembre 2021, la Corte di Cassazione è intervuta su una sentenza che attribuiva ad una ex moglie 300 euro di assegno mensile. La revoca è stata fatta in virtù della condizione economica dei due coniugi.
Leggi anche: Pensione casalinghe INPS, ecco le cifre per il 2022
Infatti, la donna anche se non lavorava, aveva degli immobili affittati locati a suo nome, e la famiglia di provenienza era piuttosto agiata. Su questi presupposti la Corte di Cassazione ha deciso di sottrarre l’assegno divorzile alla moglie. Un precedente che ora farà da apripista a tante altre situazioni future.