Osservatorio indifesa: “Un adolescente su due vittima di bullismo”

A volte si pensa che a parlare di bullismo e cyberbullismo siano solo genitori e insegnanti preoccupati ma in realtà si tratta di un problema che molti ragazzi e ragazze percepiscono come uno dei principali rischi alla propria sicurezza

Dal sito ufficiale di Terre des Hommes

Questo emerge dai dati diffusi da Osservatorio Indifesa sul bullismo e sul cyberbullismo. I dati sono frutto di una indagine, cui ha partecipato anche ScuolaZoo, svolta su oltre 1700 ragazzi in età compresa tra i 14 e i 26 anni e residenti in tutta Italia.
Un dato decisamente preoccupante riguarda la percentuale dei ragazzi che dichiara di sentirsi solo o molto solo: l’88% dei partecipanti all’indagine ha espresso infatti questo sentimento e la percentuale rimane perfettamente, e purtroppo, in linea con i dati raccolti l’anno scorso quando era al 93%.

In generale 7 ragazzi su 10 hanno dichiarato di non sentirsi al sicuro nel momento in cui si trovano in Rete ed è proprio il rischio di essere vittima di cyberbullismo a preoccuparsi maggiormente con il 68,8% degli intervistati che ha sottolineato questo aspetto mentre il 60% dichiara di aver paura del revenge porn. Il 40,6% teme invece il furto della propria identità e il 35% lo stalking.

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Uscendo dal mondo virtuale, nella vita reale c’è il 50% di adolescenti che dichiara di avere paura di subire violenza psicologica e il 44% di subire atti di bullismo. In particolare i dati raccolti sui profili Instagram di OneDay e ScuolaZoo ci dicono che i ragazzi sono vittima di bullismo principalmente a scuola, negli ambienti legati allo sport e negli spazi pubblici soprattutto quando questi si trovano in prossimità delle scuole.

Siamo di fronte quindi ad una situazione già drammatica ma che si è acuita con la solitudine e le incertezze provocate dalla pandemia. Ma non c’è solo la paura, i ragazzi che hanno partecipato alle interviste sono per esempio consapevoli di quanto sia importante affrontare con i propri coetanei questi problemi, iniziando con i più piccoli per generare una cultura “di rispetto e accoglienza verso l’altro”. Una proposta specifica riguarda poi i social network cui i ragazzi chiedono di “rafforzare i meccanismi di segnalazione di contenuti inappropriati“.

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