Le partite iva italiane finiscono nel mirino dell’Agenzia delle Entrate: ecco perché e cosa accadrà prossimamente
La pandemia ha costretto le istituzioni ad agire elargendo aiuti e sostegni a famiglie e imprese che hanno dovuto affrontare le difficoltà economiche. Ciò è stato reso possibile facendo altro debito pubblico per le casse statali. Il bilancio dello Stato, in sostanza, è andato in deficit per poter sopperire alle difficoltà economiche dei cittadini. A sostegno di questa procedura c’è stata anche la sospensione del patto di stabilità dell’Unione europea.
Il patto, però, tornerà in vigore probabilmente già nel 2023. Sono in atti già dei confronti in seno agli organi dell’Unione europea per rivedere i vincoli del patto ma questo aspetto è tutto ancora da decidere. Conseguentemente alla previsione del ritorno del patto, i conti pubblici dovranno già da ora rientrare in una sfera di maggiore controllo rispetto agli ultimi due anni. Ecco che scatta per il Governo l’intenzione di recuperare soldi per imposte e tributi non pagati nei tempi giusti.
Leggi anche: Stangata bancomat: chi pagherà 1.50€ a ogni prelievo
Il Governo ha, infatti, fissato un obiettivo, secondo Il Giornale ,di 10,3 miliardi di euro da recuperare. Nel mirino degli organi preposti ci sono in particolare i contribuenti morosi e le Partite Iva. I controlli saranno approfonditi su aiuti e sostegni elargiti in maniera illegittima. Entro il mese di dicembre sono previste ben 100.000 controlli fiscali secondo Il Giornale. Occorrerà individuare le frodi, ossia l’utilizzo illegittimo dei crediti d’imposta e degli incentivi vari versati dallo Stato. Per arrivare a questo scopo, le istituzioni utilizzeranno anche nuovi strumenti.
Leggi anche: Green pass, chi avrà problemi a ritirare la pensione a marzo
In tal senso, la digitalizzazione della pubblica amministrazione faciliterà questo compito. Rendere il più possibile digitali le comunicazioni tra contribuente e fisco permette di incrociare i dati e velocizzare le operazioni di verifica e accertamento del rispetto degli obblighi fiscali. Fatture elettroniche e scontrini telematici aiutano in tal senso. Uno degli scopi principali della digitalizzazione è quello di rendere le operazioni trasparenti. Il digitale rende tutto più semplice, veloce e chiaro.
Dietro a questo scenario c’è anche la spinta dell’Unione europea. L’evasione fiscale non mette di buon umore gli organi preposti dell’Unione. L’Iva evasa, infatti, è un danno diretto per le casse dell’Europa. Inoltre, i fondi strutturali europei che, periodicamente, vengono assegnati in base a vari parametri economici, fanno riferimento anche alla ricchezza prodotta da un territorio. Meno ricchezza produce un territorio, più fondi europei ha a disposizione affinché cresca. L’Unione ha tutte le ragioni per chiedere all’Italia di combattere e limitare l’evasione fiscale.
Ecco perché buona parte dei fondi europei del Recovery Found sono destinati alla digitalizzazione. L’Unione sostiene, con una ricca parte a fondo perduto, gli investimenti che nel tempo porteranno dei miglioramenti per l’intera comunità europea e non solo italiana. Questo è il motivo per cui i soldi del Recovery non sono destinati ad operazioni di sostegno dell’economia bensì ad incentivarla attraverso investimenti mirati in determinati campi.