Le spese sanitarie possono essere detratte dalle tasse attraverso la dichiarazione dei redditi. Ma in alcuni casi è più difficile. Come fare?
La dichiarazione dei redditi è sempre un momento dell’anno piuttosto buio per i contribuenti. Sia per le spese da sostenere che per la quantità di tempo che si perde nel mettere insieme i documenti da inviare, come ad esempio le spese sanitarie sostenute nell’anno fiscale di riferimento. Da quando esiste la dichiarazione precompilata, in realtà le spese sono già inserite nel modello, ma se si tratta di cifre onerose è bene conservare scontrini e ricevute e controllare se la cifra della precompilata corrisponde a verità.
In caso contrario prima di inviare il modello si può correggere, tenendo sempre presente che la dichiarazione dei redditi è un’autocertificazione a tutti gli effetti, e che in caso di accertate falsità si rischiano sanzioni pecuniarie e penali. In ogni caso le spese sanitarie risultano deducibili dalle tasse, comprese le spese per i medicinali. La misura in cui si ottiene lo sconto è del 19% sul totale.
Spese sanitarie, come scaricarle tutte dall’Irpef
Le spese sanitarie possono essere detratte con dei limiti. Infatti se il cittadino non presenta la dichiarazione dei redditi non può in alcun modo di usufruire dello sconto. Ad esempio, se un cittadino non supera la soglia di reddito di 8.145 euro per i dipendenti, 8.130 per i pensionati, 8.400 per gli autonomi, non è obbligato a presentare la dichiarazione. Quindi le spese sanitarie sostenute sono inutili ai fini fiscali.
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Nel secondo caso si tratta di coloro che hanno speso in un anno meno di 129,11 euro. Questo è il tetto minimo per usufruire dello sconto. In maniera perfettamente legale, se a monte si sa di non poter presentare l’agevolazione, si può far sostenere la spesa da un familiare che invece paga le tasse e che supera il limite minimo di spesa. In questo modo non si perderebbero gli sconti.
