Sono decise le sanzioni per gli over 50 non vaccinati che si presentano sui luoghi di lavoro. Il Garante per la privacy dà il suo assenso
Quello della protezione dei dati personali, da quando è stato attuato il passaporto vaccinale come discriminante per la maggior parte delle attività, è un tema controverso. Il Garante per la privacy ultimamente, tra verifica di liceità delle app di controllo e controllo dei decreti legge, sta lavorando molto.
Dal primo febbraio scorso è scattato in Italia l’obbligo vaccinale per i cittadini con età superiore a 50 anni. Questo, oltre a comprendere una sanzione di 100 euro una tantum se il “trasgressore” è fermato per strada, comporta delle sanzioni molto più gravi sul luogo di lavoro. Le multe sono state messe nero su bianco il 15 febbraio 2022, e subito inviate al Garante per la privacy.
Nel testo è esplicitato che l’obbligo vaccinale o di guarigione (in sintesi il Super Green pass), è valido per tutti i cittadini ultracinquantenni, nonché per il personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica coreutica e musicale e degli istituti tecnici superiori.
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Il Garante di tutela e protezione dei dati personali, come esplicitato in un comunicato stampa del 18 febbraio, ha esaminato con urgenza lo schema di decreto inviatogli dal Ministero. La valutazione ha avuto esito positivo, e lo schema del decreto che inserisce e formalizza le sanzioni a carico dei trasgressori ha passato anche questo ostacolo.
La motivazione si legge nel comunicato: “Il testo del decreto, che già recepisce le indicazioni fornite dal Garante nel corso dell’istruttoria e le considerazioni espresse durante la specifica audizione in Parlamento, prevede che i trattamenti di dati personali connessi all’attuazione dell’obbligo vaccinale e alle nuove modalità di verifica del green pass in diversi contesti (scuola, lavoro) avvengano nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, adottando misure di garanzia appropriate per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche”.