L’attacco della Russia all’Ucraina ha già provocato delle sanzioni economiche ai danni dei russi; ciò avrà delle conseguenze in Italia
Sono ore difficili per il mondo e l’Europa al centro di un conflitto che può avere delle conseguenze disastrose e imprevedibili. La diplomazia non ha sortito effetti nei confronti dei russi che non hanno usato mezze misure; hanno chiesto l’addio dell’Ucraina alle ambizioni Nato oltre ad accettare che la Crimea torni russa.
La guerra in se già provocherà delle conseguenze in termini energetici. I barili di petrolio sono già alle stelle come era prevedibile dinanzi ad un conflitto. Oltretutto, c’è la problematica legata al gas. Il 40% del fabbisogno europeo è soddisfatto dalla Russia attraverso il gasdotto che passa proprio per l’Ucraina.
Russia, rischio blackout
Le sanzioni già annunciate dall’Unione europea e dai paesi Nato avranno delle conseguenze in termini energetici. L’ipotesi più lieve è l’aumento di grande portata dei prezzi del gas ma potrebbe accadere anche di peggio. Esiste anche l’ipotesi, infatti, che la Russia chiuda i rifornimenti di gas. In tal caso, le soluzioni per far fronte al black out energetico sono molteplici.
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L’Europa e l’Italia si stanno già muovendo nel lungo e nel breve periodo. Nel lungo periodo l’Unione tratta per avere maggiore quantità di gas dal tap, il gasdotto che porta la preziosa materia prima dall’Azerbaijan all’Europa. Il paese fornitore è vicino agli Stati Uniti e questo gasdotto è senza dubbio uno strumento che sottrae potere e mercato alla Russia. Inoltre, l’Italia ha già avviato le procedure per incrementare le estrazioni di gas naturale dal proprio sottosuolo, in particolare Sicilia e Basilicata ma ci sarebbe anche l’Adriatico.
Gas, le possibili opzioni allo stop russo
Il problema, tuttavia, è da risolvere nel breve periodo. Intanto l’Italia è il paese europeo che gode di maggiori riserve di gas. Tuttavia, in questa situazione di conflitto l’Italia dovrà con certezza condividere le proprie riserve con gli altri paesi membri dell’Unione. Ma saranno gli Stati Uniti a dover avere un ruolo in tal senso. Già da alcune settimane dagli Usa stanno arrivando navi cisterna con gas liquefatto verso l’Unione europea. Lo stesso ha fatto il Giappone in segno di solidarietà verso l’Occidente.
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Tuttavia, si può aumentare la fornitura del gas da Algeria e soprattutto il Qatar. Pure la Norvegia ha già annunciato da tempo l’intenzione di aumentare la produzione. Si andrebbe, in pratica, a creare un mosaico di soluzioni per far fronte all’eventuale stop di forniture. Le riserve dell’Unione sarebbero sufficienti a soddisfare il fabbisogno fino ad aprile, secondo l’Avvenire.