Il tetto massimo sui pagamenti in contanti potrebbe presto cambiare di nuovo. Ecco cosa cambia per i versamenti
Tra le tante novità che ha portato con sé il 2022 c’è anche quella che porta il tetto massimo di pagamenti in contanti a 999,99 euro. La decisione fu presa dal governo Draghi per combattere l’evasione fiscale: dall’anno in corso il tetto massimo di pagamenti in contanti è sceso da 1.999,99 euro a meno di mille euro.
Questo vuol dire che con l’avvento del nuovo anno gli italiani devono pagare necessariamente con la carte di credito, e quindi con un pagamento tracciabile, tutti gli acquisti superiori ai mille euro. Con questa decisione il governo spinge dunque a combattere l’evasione fiscale ed incentivare i pagamenti elettronici.
Versamenti e pagamenti in contanti: cosa cambia
In questi giorni alcune forze politiche di destra stanno lavorando per portare il pagamento in contanti di nuovo a 1.999,99 euro per tutto il 2022. Attraverso un emendamento del decreto Milleproroghe questi partiti chiedono che il tetto massimo di 999,99 euro sia rinviato al 2023. Attualmente non c’è ancora nulla di sicuro per cui ricordiamo che continua a valere il tetto dei mille euro.
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Se questo emendamento dovesse passare allora si potrà tornare a pagare in contanti nelle attività commerciali fino al un massimo di 1.999,99 euro. A prescindere dalla decisione che prenderà poi il governo, ricordiamo che questo vale solo per i pagamenti in contanti e non per le operazioni di versamento.
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Questo significa che a prescindere da qualsiasi tetto istituito si potrà depositare/versare una cifra superiore a 2mila euro in contanti. Stesso discorso vale per i pagamenti che superano il limite stabilito dalle legge utilizzando qualsiasi messo elettronico come il Pos. L’importante è non superare il tetto previsto per la paga esclusivamente in contanti.
Ricordiamo, intanto che il governo prenda una eventuale decisione, che sono previste multe se si supera il limite di pagamento in contanti. Attualmente con il tetto fissato a 999,99 euro la sanzione minima è di mille euro. Diverso il discorso sulle sanzioni per i professionisti o per chi non denuncia eventuali irregolarità: in questo caso la multa varia tra i 3mila e i 15mila euro.