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Denuncia Greenpeace, anche la pubblicità di auto e aerei inquina

Da Greenpeace un nuovo studio che mostra come le pubblicità di prodotti quali auto e aerei influisca sui pattern di acquisto e quindi sull’inquinamento

Inquinamento (foto: Unsplash)

La ricerca, portata avanti da Greenpeace Nordic e New Weather Institute, risponde a una domanda molto semplice: quanto la pubblicità di auto e voli aerei sta contribuendo all’emergenza climatica? La risposta è purtroppo: molto. Il problema da cui scaturisce la richiesta dell’associazione ambientalista di vietare la pubblicità è che questi settori, le auto e i voli, sono tra i più inquinanti del pianeta.

La ricerca si basa sui dati raccolti nel 2019 e fotografa una realtà che occorre modificare. Come si legge nel summary introduttivo, le compagnie aerei e i produttori di auto pubblicizzano prodotti altamente inquinanti con lo scopo di aumentare il consumo di mezzi di trasporto a base di combustibili fossili e, di conseguenza, aumentare i propri profitti.

Nel summary si sottolinea poi come in particolare i produttori di autovetture siano spesso nella top ten di chi spende per la pubblicità nei Paesi UE. Dimenticando però di mostrare al pubblico l’impatto derivante dalla loro pubblicità sulle emissioni seguenti all’acquisto.

Ed è proprio su questi calcoli che il report Greenpeace si è concentrato. In termini di comparazione, siamo di fronte a un inquinamento globale derivante dalle pubblicità delle auto e dei voli aerei pari a una volta e mezza ciò che il nostro Paese produce, con gli spot europei che producono inquinamento maggiore alle emissioni del Belgio. Una quantità preoccupante di CO2, una quantità di CO2 che non possiamo più permettere.

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Ed è per questo, per limitare anche da questo punto di vista le emissioni inquinanti, che GreenPeace e altre associazioni ambientaliste chiedono che si vieti in Europa la pubblicità di aziende che producono auto, delle compagnie aeree e più in generale di tutte le aziende responsabili dell’attuale crisi climatica. Il legame tra pubblicità e consumi è innegabile ed è interessante il parallelo che, nel comunicato stampa che accompagna la ricerca, si fa con il tabacco.

La pubblicità del tabacco è ormai vietata e il divieto risale al 1962; secondo Greenpeace è ora arrivato il momento di fare lo stesso con le grandi aziende inquinanti e mettere al bando le pubblicità che possono indurre i cittadini a un consumo eccessivo di questi prodotti pericolosi per l’ambiente e, come mostrato da altri studi, anche per la nostra salute oggi e domani.

A nostro avviso sembra difficile mettere del tutto al bando gli spot di auto e voli aerei, ma se si costringessero le società a svelare anche quanto inquinamento ogni auto e ogni volo produce si potrebbero mettere i cittadini nelle condizioni di poter fare una scelta effettivamente informata.

Pubblicato da
Valeria Poropat