L’inquinamento da farmaci nei fiumi del mondo sta raggiungendo livelli allarmanti

Un nuovo studio pubblicato dall’Università di York mette in luce quanto e come i fiumi di tutti i continenti mostrino ormai segni preoccupanti di inquinamento da farmaci

Inquinamento da farmaci (foto: Unsplash)

In totale lo studio ha esaminato le acque di 258 fiumi in tutti i continenti, con 36 Paesi che non erano stati esaminati in precedenza, e i risultati sono allarmanti. Tra le scoperte c’è innanzitutto quella che potremmo definire una globalizzazione dell’inquinamento. In tutti i continenti sono infatti stati riscontrati inquinanti disciolti nei fiumi.

E tra i luoghi, e i fiumi, più inquinati, ci sono quei Paesi che finora non erano stato oggetto di ricerca. Tra questi il Sud America, alcune regioni dell’Asia meridionale e l’Africa Sub-sahariana. E a questo dato se ne lega un altro: la correlazione molto forte tra lo status di un Paese e il livello di inquinamento dei suoi corsi d’acqua con i Paesi più poveri che hanno i livelli di inquinamento più alti.

Si tratta di aree del mondo in cui molto spesso i rifiuti non sono gestiti in modo appropriato e abbandonati, lungo i fiumi, impedendo così che vengano smaltiti correttamente e che le acque vengano trattate.

Ma quali sono le sostanze rintracciate in livelli più alti e quindi in una concentrazione potenzialmente dannosa? Sulfametossazolo (uno dei principi attivi degli antibiotici sulfamidici), propranololo (si usa contro l’ipertensione), ciprofloxacina (antibatterico) e la loratidina (usato nei prodotti per contrastare i sintomi allergici). Ma si sono rintracciati alti livelli anche di caffeina, metformina (si usa nel trattamento del diabete di tipo 2) e carbamazepina (anticonvulsivo).

Una situazione che è un rischio sotto diversi punti di vista. Come ricordavamo in un altro nostro articolo, si stanno sviluppando sempre più batteri resistenti ai farmaci. Questa esposizione massiccia ad alcuni farmaci rischia di andare innanzitutto ad aggravare questa situazione a renderci inermi di fronte alle infezioni batteriche. In secondo luogo, e lo ricorda anche lo studio, c’è il problema dei potenziali rischi per la salute della fauna (uomo compreso) esposta a livelli alti di sostanze che possono trasformarsi in veleni.

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Contrastare l’inquinamento dei corsi d’acqua è necessario si inserisca nell’agenda globale. Il fatto che siano i Paesi più poveri a registrare le concentrazioni più alte, non deve trarci in inganno: se c’è qualcosa in grado di muoversi per migliaia di chilometri agilmente è proprio l’acqua.

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