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Isee, come ridurlo legalmente con questo espediente

Talvolta la dichiarazione Isee impedisce l’accesso a benefici fiscali a famiglie realmente bisognose. Perché e cosa fare

ISEE (Foto Adobe)

Alcuni si recano al patronato o CAF per chiederne la determinazione; altri, più zelanti, utilizzano il servizio telematico dell’Inps. Parliamo del modello Isee, ovvero il modello dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente utile per poter richiedere i bonus e le agevolazioni, per la maggior parte ad esso legati. Anche per le misure previste per il 2022, occorre dunque aggiornarlo per non perdere il diritto all’agevolazione.

Misure di sostegno come il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza o l’assegno unico obbligano i potenziali percettori a fornire una dichiarazione che restituisca una fotografia della situazione socio economica del nucleo familiare. Da un lato, questo criterio è assolutamente lecito in quanto gli aiuti erogati sono correttamente destinati, in congrua misura, ai cittadini più bisognosi; dall’altro, non è sempre così.

Isee, come fare per dimostrare legalmente un reddito più basso?

ISEE (Foto Adobe)

Talvolta l’Isee restituisce la dichiarazione di un reddito che non sempre riflette esattamente la condizione economica percepita da una famiglia. Ad esempio, per compilare la dichiarazione 2022, si considerano i redditi e il patrimonio del 2020; nel frattempo, in questi due anni, può essere sopraggiunto un peggioramento della situazione reddituale, causa la perdita del lavoro o la scadenza della fruizione Naspi.

In questi casi, nello specifico, è consentito abbassare il valore attraverso l’Isee corrente; in altri casi, ciò che ostacola l’accesso ad una determinata agevolazione è dato dal patrimonio mobiliare, comprendendo le giacenze che si hanno sul conto corrente o il libretto di risparmio. È davvero difficile intervenire quando queste ultime sono troppo elevate.

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Un “trucco” tutt’altro che scontato per poter agire positivamente e in maniera assolutamente legale, è rappresentato dall’assegno circolare: si tratta in sostanza di svuotare il proprio conto corrente quanto basta per far in modo che il valore non influisca sul futuro calcolo dell’Isee. Lo si può fare chiedendo alla propria banca di emettere un assegno circolare intestato ad una persona di fiducia.

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L’assegno non sarà effettivamente consegnato all’altra persona, altrimenti lo incasserebbe; ma finché il beneficiario non chieda di incassare l’assegno circolare, la somma è di fatto sotto la custodia della banca e non risulta più sulla giacenza del richiedente. Prima della revoca dell’assegno, c’è tempo 3 anni da parte del beneficiario per richiederne l’incasso; oltre i 3 anni e fino a 10 anni, chi lo ha emesso l’assegno può richiederne il rimborso.

Pubblicato da
Roberto Alciati